15/11/2024 Il dipinto “Papa Giovanni XXIII” di Yan Pei-Ming all’Ospedale di Bergamo per altri dieci anni. Rinnovato l’accordo con Intesa Sanpaolo e svelata la nuova targa realizzata dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo

Il dipinto “Papa Giovanni XXIII” di Yan Pei-Ming all’Ospedale di Bergamo per altri dieci anni. Rinnovato l’accordo con Intesa Sanpaolo e svelata la nuova targa realizzata dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo

È stato rinnovato oggi l’accordo tra ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Intesa Sanpaolo per l’esposizione in Hospital Street del ritratto “Papa Giovanni XXIII” dell’artista franco-cinese Yan Pei-Ming. All’incontro, svoltosi alla presenza di autorità e personale ospedaliero, presso l’Auditorium “Lucio Parenzan” dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, sono intervenuti Francesco Locati, Direttore Generale ASST Papa Giovanni XXIII, Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni storici Intesa Sanpaolo, Armando Santus presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo, don Mario Carminati, Vicario Episcopale agli Affari economici e Claudia Terzi, Assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche Regione Lombardia. A sigillo di questa importante proroga, testimonianza del consolidato legame tra sanità, gruppi bancari e cultura, è stata svelata la nuova targa realizzata dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo a corredo al dipinto, che è esposto in Hospital Street, nei pressi dell’ingresso principale, di fronte alla Torre 4.

«Desidero esprimere il nostro più sentito ringraziamento a Intesa Sanpaolo – ha sottolineato Francesco Locati, Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo – per aver deciso di prolungare la concessione in comodato gratuito all’Ospedale di Bergamo di questa opera d’arte monumentale, che riesce a mescolare tradizione cinese e influenze artistiche occidentali, unendo storia e contemporaneità. Ringrazio anche la Fondazione Banca Popolare di Bergamo per aver promosso il rinnovo dell’accordo. Un ringraziamento speciale anche a Stefano Barrese che ha scelto di venire a vedere di persona l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e incontrare i nostri operatori, le principali autorità cittadine, amici e sostenitori della nostra azienda. Questo gesto rappresenta una generosa collaborazione e un’importante testimonianza di vicinanza e sostegno del nostro ospedale. Il ritratto rappresenta i valori di umanità, speranza e solidarietà che guidano ogni nostra azione».

Ha dichiarato Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo: “Essere qui oggi per noi è occasione per ribadire le nostre radici e la nostra vicinanza a questo territorio e alle sue eccellenze. Con l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e la Fondazione Banca Popolare di Bergamo condividiamo l’ orgoglio e la responsabilità di essere un’istituzione al servizio delle comunità locali e del Paese. La storica vocazione di Intesa Sanpaolo alle tematiche sociali e culturali e l’attenzione a questi valori si concretizza ogni giorno nel nostro modo di essere la banca di riferimento per famiglie e imprese creando un impatto positivo e inclusivo per lo sviluppo dei territori”.

Armando Santus, presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha detto: “Un’opera preziosa e coinvolgente, un segno di speranza, come il sentimento che trasmette il volto del Santo Papa Giovanni XIII in chi sosta ad ammirarla. Grazie a Banca Popolare di Bergamo prima e, oggi, ad Intesa Sanpaolo questo splendido dipinto resta nel posto migliore in cui potrebbe stare: l’Ospedale a cui è intitolato, un luogo di vita autentica, di cura e di attese. Sono riconoscente a Intesa Sanpaolo che si è resa disponibile, con attenzione e sensibilità, a garantire questa opportunità per tutta la comunità bergamasca, e non solo”.

Ha aggiunto don Mario Eugenio Carminati, Vicario Episcopale agli Affari economici della Diocesi di Bergamo: «Preziosa opera d’arte, preziosa immagine è quella che è stata ritratta, così come è preziosa la figura e l’opera del Papa Buono che sa ancora attrarre lo sguardo di chi non solo contempla la dimensione estetica, ma riesce ad intravedere “l’Oltre” al quale l’immagine rimanda. Non ci è difficile pensare che tanti non limitino lo sguardo al solo ritratto ma, attraverso questo, sappiano cogliere un timido tentativo di risposta ai grandi interrogati che soprattutto in un luogo come l’ospedale si sollevano. Lo sguardo buono di Papa Giovanni, ci dice che la bontà non solo è virtù da acquisire, ma stile di una vera umanità. Nell’ospedale la bontà si traduce e si rende visibile nel prendersi cura dell’uomo, segnato dalla fragilità della malattia e la cura ha le mille forme di chi professionalmente si preoccupa della medicina e delle conseguenti adatte terapie, come di chi visita e sostiene il malato con le proprie attenzioni. Non ultimo l’immagine stessa sarà capace di offrire quel po’ di sollievo anche a chi porta il peso, la fatica o la preoccupazione per la propria condizione di sofferenza. In un luogo cosi altamente qualificato per esprimere cura e bontà, ha pieno titolo di essere esposta l’immagine del Bergamasco Angelo Roncalli, Papa Giovanni, Papa Buono».

Claudia Terzi, Assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche Regione Lombardia, ha sottolineato: «L’incontro e l’accordo di oggi ci confermano quanto l’arte diventi cura. La cura per gli spazi si traduce nella cura per i pazienti, per le loro famiglie, per il personale sanitario che ogni giorno gravitano al Papa Giovanni. L’arte aiuta a vivere l’ospedale in modo diverso. A immergersi in un momento di bellezza, che può servire per avere uno sguardo altro verso la malattia e la degenza. L’arte si dimostra una medicina dell’anima, che distacca dal quotidiano e ci proietta verso una dimensione di pace interiore, contribuendo a rendere l’esperienza ospedaliera meno preoccupante e più rassicurante. A questo si aggiunge anche l’impegno di Regione Lombardia nel supportare le strutture ospedaliere e dotarle dei servizi adeguati a rispondere alle domande di cura e agevolare il personale sanitario per migliorarne le condizioni di lavoro».

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