Un contributo di 60 mila euro all’Istituto Mario Negri di Bergamo per la ricerca

La Fondazione della Banca Popolare di Bergamo sostiene la ricerca scientifica e stanzia un contributo di 60 mila euro a favore dell’Istituto Mario Negri di Bergamo nell’ambito degli studi attivati per sconfiggere il Covid-19 e limitarne diffusione e mortalità anche con lo sviluppo di innovativi farmaci.

In particolare, il contributo della Fondazione è rivolto ad uno studio di ricerca che punta ad indagare i meccanismi di danno ai polmoni provocati dal Covid-19 che portano alla formazione di trombi nel sangue con l’obiettivo di sviluppare nuovi farmaci per pazienti colpiti dalla malattia in modo grave.

Il Covid-19 è una malattia virale indotta da infezione di un nuovo coronavirus, Sars-Cov-2, che ha raggiunto, in breve tempo, proporzioni pandemiche. Ad oggi sono state segnalate 250 milioni di infezioni con più di 5 milione di morti. L’infezione da Sars-Cov-2 può manifestarsi con varie condizioni cliniche che vanno dai casi asintomatici a forme letali. In circa il 20% dei pazienti, l’infezione virale si estende ai polmoni dove Sars-Cov-2 infetta le cellule epiteliali e le cellule endoteliali che rivestono rispettivamente gli alveoli polmonari (dove avviene lo scambio dell’ossigeno) e i vasi sanguigni del polmone. La malattia può progredire rapidamente in polmonite interstiziale bilaterale, sindrome da distress respiratorio acuto e, nei casi più gravi, danno multiorgano causato anche dalla formazione di trombi. Pazienti di età avanzata, sesso maschile e con altre patologie come ipertensione, diabete e tumori del sangue sono le persone a più alto rischio di mortalità una volta contratta l’infezione.

L’analisi dei polmoni di pazienti deceduti per Covid-19 ha evidenziato un danno al tessuto polmonare dato da una eccessiva risposta immunitaria e da una forte risposta infiammatoria nelle cellule polmonari: lo scambio d’ossigeno diminuisce e si attivano le cellule dei vasi sanguigni con formazione di trombi.

“Lo scopo del nostro studio – spiega Luca Perico ricercatore del Laboratorio di Biologia Cellulare e Medicina Rigenerativa dell’Istituto Mario Negri – è capire i meccanismi di danno che portano alla formazione di trombi ed identificare possibili farmaci per i pazienti con malattia severa. Ricevere questo finanziamento rappresenta per noi un sostegno importante per continuare la nostra ricerca nell’ostacolare questo virus e i danni che esso provoca e nel capire quali alleati potremo avere per le cure di pazienti affetti da Covid-19”.

“Per contrastare questa pandemia l’intera comunità scientifica ha unito le proprie competenze riuscendo ad ottenere risultati importanti in termini di vaccini e cure in poco tempo – aggiunge Ariela Benigni, Segretario Scientifico dell’Istituto Mario Negri e Coordinatore delle ricerche delle sedi di Bergamo e Ranica –  , se ciò è stato possibile lo si deve anche e soprattutto al patrimonio di scoperte e conoscenze scientifiche frutto del lavoro quotidiano dei ricercatori che operano per il bene di tutti. Siamo quindi molto grati a Fondazione Banca Popolare di Bergamo per il sostegno che stiamo ricevendo in favore di questo progetto: è la dimostrazione che il territorio è sempre più a fianco della ricerca scientifica e consapevole di quanto sia indispensabile supportarla. Il gesto della Fondazione garantisce concreto supporto per studiare il Sars-Cov-2 e trovare nuove cure”.

Armando Santus, Presidente della Fondazione Banca Popolare di Bergamo: “La Fondazione della Banca Popolare di Bergamo è da sempre a fianco dell’Istituto Mario Negri di Bergamo. Lo è stata quando, nel 1984 l’Istituto prese casa al Conventino, quando da qui si è trasferito al Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso (2010) e ogni qual volta è stato possibile sostenere il suo preziosissimo lavoro con borse di studio a giovani ricercatrici e ricercatori o con l’acquisto di strumentazioni d’avanguardia per la ricerca. Diversi i progetti che il Mario Negri ha avviato per meglio comprendere lo sconosciuto e micidiale Covid-19, portando risultati importanti a vantaggio di tutta la comunità. Non possiamo che continuare su questa strada, insieme, oggi, ad Intesa Sanpaolo, forti dell’altissimo profilo scientifico delle donne e uomini di scienza, che sono il cuore pulsante del Mario Negri: vero orgoglio bergamasco.

Nasce ‘Bergamo 900’: il nuovo Museo dedicato al Novecento, nato dalla sinergia tra Comune di Bergamo e Fondazione Banca Popolare di Bergamo.

Sabato 6 novembre 2021 Comune di Bergamo, Museo delle storie di Bergamo e Fondazione Banca Polare di Bergamo inaugurano BERGAMO 900. Un nuovo museo che racconta il XX secolo a partire dal territorio. Un museo nuovo che sperimenta l’esplorazione dal particolare al generale, alla ricerca di quelle storie del territorio, molte delle quali finora mai scritte, che si sono incontrate (o scontrate) con la Grande Storia.
Un vero e proprio mondo narrativo, costruito attorno a quattro chiavi di lettura del 900 – I fatti, I luoghi, La vita, Le voci – attingendo a tutti i media possibili: fonti audiovisive, fotografiche, documentarie, orali e materiali. Compresa la viva voce di celebri protagonisti delle grandi imprese culturali, scientifiche, economiche, sociali e sportive, che hanno visto Bergamo protagonista del Novecento nazionale e internazionale.

Il progetto BERGAMO 900, che prende il via nel 2017 in occasione del centesimo anniversario del Museo delle storie di Bergamo, nasce grazie alla sinergia con Comune di Bergamo e Fondazione Banca Popolare di Bergamo, da sempre a fianco del Museo delle storie. La Fondazione nel 2019, in occasione del 150° anniversario di costituzione della Banca Popolare di Bergamo, da cui è nata, ha creduto e interamente finanziato la creazione del museo con l’intento di lasciare in eredità alla comunità e alle giovani generazioni un luogo dedicato alla storia del 900 per far conoscere il passato, comprendere il presente e guardare al futuro.

Armando Santus Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: “La tutela del patrimonio artistico e la promozione della cultura appartengono alla missione della Fondazione della Banca Popolare. Il nostro sostegno al Museo storico della città e alle sue iniziative di qualità ha radici profonde, e nel tempo ha assunto diverse forme: dall’intervento emblematico come la ristrutturazione – in collaborazione con il Comune di Bergamo – delle storiche Porta S. Lorenzo e Torre dei Caduti, al contributo puntuale, garante del pieno svolgimento delle attività e delle mostre proposte in questi anni, compreso l’allestimento della sezione cinquecentesca dedicata all’età veneta presso il Palazzo del Podestà. Bergamo Novecento vede ancora la Fondazione in primissima linea, insieme alle Istituzioni e accanto agli esperti, donne e uomini di rara professionalità, che pur tra mille difficoltà hanno pensato, voluto, costruito questo nuovo percorso museale che sta per essere consegnato alla città. Il Museo delle Storie si arricchisce di quella a noi più vicina, il Novecento. Qui c’è il racconto corale di un tempo, dei fatti, delle icone e delle persone che hanno fatto la storia. La nostra storia. È il racconto di noi, che siamo figli del Secolo breve. È un progetto ambizioso, a cui abbiamo creduto da subito. Il nostro Museo ha un’anima viva, dinamica, creativa che si esprime in un corpo monumentale, un contenitore storico di cui anche noi dobbiamo farci, vogliamo farci custodi. Abbiamo la responsabilità di preservare la memoria del nostro Paese, non solo per un dovere conservativo, ma per non dimenticare la nostra identità e tramandare la nostra storia a tutti coloro che vorranno conoscerla. Che Bergamo Novecento nasca proprio ora, infine, tra i primi gesti significativi del post-pandemia rappresenta anche un bel segno di ripartenza, ancora più incisivo perché riguarda un settore fortemente provato dalle restrizioni imposte dalla pandemia: la cultura. La Fondazione Banca Popolare di Bergamo, accanto ad una Banca importante e attenta alle comunità in cui opera, Intesa Sanpaolo, non farà mancare il suo sostegno. Con Intesa Sanpaolo, la Fondazione Banca Popolare di Bergamo potrà continuare ad essere presente nelle iniziative culturali bergamasche.

Il progetto

Cinque anni di lavoro, più di 200 persone coinvolte tra ricercatori, studiosi e maestranze. Alla guida del progetto Roberta Frigeni e Lia Corna con Nicholas Fiorina e Giulia Todeschini del Museo delle storie di Bergamo, affiancati da un Comitato Scientifico composto da Giuseppe De Luca, Gianluigi Della Valentina, Federico Mazzei e Peppino Ortoleva, storici che si sono distinti per importanti studi dedicati al territorio e alla divulgazione scientifica in ambito museale. La ricerca si è avvalsa inoltre della collaborazione di Maria Mencaroni Zoppetti, Carlo Salvioni, Elisa Pievani, Giada Borlotti e di un gruppo di giovani ricercatori coinvolti dal Museo per redigere gli studi preparatori.

Tantissime le collaborazioni attivate: oltre 130 tra istituzioni culturali locali, nazionali e internazionali, aziende private e collezionisti, che hanno messo a disposizione le loro competenze, le collezioni e gli archivi per far di Bergamo 900 un’esplorazione narrativa corale, un vero e proprio cantiere di storie.

Ad accompagnare il Museo delle storie in questo lungo percorso due studi leader dell’Exhibition Design quali Alessandro Bettonagli Entertainment Architecture e theBuss guidati da Alessandro Bettonagli, Davide Sgalippa e Riccarco Castaldi. Professionisti di solida esperienza che hanno tradotto la ricerca scientifica in una coinvolgente visione scenografica e multimediale. Le soluzioni adottate in Bergamo 900 rispettano l’elemento architettonico proponendo qualcosa di nuovo e unico, dove l’elemento tecnologico vive in funzione del messaggio.

Il percorso

In 4 sale, i visitatori potranno ripercorrere quasi 100 anni di mutamenti, rivoluzioni, movimenti: dai cambiamenti economici, politici, culturali, sociali, alle nuove forme di aggregazione, dalla vita quotidiana alle moderne forme di comunicazione, fino alla questione ambientale.

La prima sala è dedicata a I FATTI: un’installazione video immersiva cala il visitatore dentro le principali dinamiche sociali e i processi di mutamento economico, politico e culturale del Novecento. Otto clip raccontano il secolo attraverso eventi che hanno profondamente segnato la vita della città e del territorio, in continuità o discontinuità tra dimensione locale e nazionale. Il caso Dalmine e il decollo industriale; i fratelli Calvi in trincea; Antonio Locatelli e il fascismo; la Resistenza e la Repubblica; il modello Lombardini nel boom economico; la chiesa “globale” di Papa Giovanni e del Concilio Vaticano II; la lotta operaia della Filati Lastex; il caso atrazina e le prime forme di tutela ambientale.

Nella seconda sezione, la storia parla attraverso la geografia: una grande mappa tridimensionale e interattiva, estesa fino a quasi 6 metri, è lo strumento per interrogare direttamente I LUOGHI della città e della provincia di Bergamo, decifrando i segni della storia del 900.
In 7 postazioni i visitatori possono navigare nel e sul territorio di ieri e di oggi, attraverso percorsi che mettono in rete ben 87 punti di interesse tra edifici, luoghi di aggregazione e sistemi di viabilità: le aree propulsive dell’economia del Novecento, dai Cantieri Riva alle Cartiere Pigna, dai Grandi Magazzini Coin allo Stabilimento Italcementi, dalla SACE al villaggio (oggi patrimonio Unesco) di Crespi d’Adda; le grandi infrastrutture, dalle ferrovie all’autostrada, fino all’aeroporto; l’evoluzione urbana e la nascita di nuovi quartieri popolari, dal centro della città ridisegnato da Marcello Piacentini al caso Zingonia. E ancora: l’assistenza e la sanità; i luoghi della cultura e del tempo libero, dall’Accademia Carrara al Teatro Donizetti, dalla culla del Liberty San Pellegrino Terme allo Stadio. Infine, la guerra, tra edifici simbolo del regime fascista e storie della Resistenza, dalla Casa Littoria alla Sciesopoli ebraica.

Nella terza sezione, la storia si racconta attraverso LE VOCI: 23 box di oggetti iconici e altrettante testimonianze orali evocano le storie della vita di Bergamo, rimandando a personalità, aziende e istituzioni, scelte perché rappresentative di tratti identitari del territorio bergamasco, ma che spesso hanno conquistato una dimensione nazionale e internazionale. Dagli spot delle nuove bibite Sanpellegrino al rivoluzionario materiale Moplen, dal Formichino Rumi al catalogo Vestro del cotonificio Legler, dai primi giocattoli in legno Foppapedretti alle moderne pentole in alluminio di Agnelli, dalla potenza dei trattori SAME agli innovativi freni Brembo e ancora, dal famoso Signor Rossi alla bicicletta Bianchi, fino alla storica finale di Coppa Italia del 1963, Atalanta-Torino 3-1. Ad accompagnare gli oggetti, le voci di “testimonial” d’eccezione, come Giacomo Agostini e Bruno Bozzetto, e di protagonisti del secolo che rivivono attraverso interviste di repertorio, come il cardiochirugo Lucio Parenzan, i campioni sportivi Walter Bonatti e Felice Gimondi, gli esponenti della cultura Giacomo Manzù, Gianandrea Gavazzeni ed Ermanno Olmi.
Completa Bergamo 900, un’imponente linea del tempo che corre lungo i 22 metri dello spazio espositivo e fa da cornice a tutto l’allestimento. Attraverso i decenni il visitatore può scoprire i cambiamenti della VITA a Bergamo e provincia nel 900: dati demografici, economici e culturali; fotografie che mostrano i volti e i costumi di donne e uomini tra vita privata e collettiva. A chiudere il percorso 100 anni di storia bergamasca raccontata attraverso le prime pagine del principale quotidiano locale, L’Eco di Bergamo, da sfogliare in un grande touch screen dal gennaio del 1900 al dicembre del 1999.

Bergamo 900 è pensato come un “Cantiere di storie”, un museo sempre in progress che promette continui sviluppi, dialoghi, approfondimenti e nuove attività rivolte alle scuole. Da gennaio 2022 in calendario un programma di incontri e iniziative, ma il Museo delle storie guarda già a Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 con il grande convegno nazionale “Il 900 in Museo”.

Per saperne di più museodellestorie.bergamo.it