Un contributo di 60 mila euro all’Istituto Mario Negri di Bergamo per la ricerca

La Fondazione della Banca Popolare di Bergamo sostiene la ricerca scientifica e stanzia un contributo di 60 mila euro a favore dell’Istituto Mario Negri di Bergamo nell’ambito degli studi attivati per sconfiggere il Covid-19 e limitarne diffusione e mortalità anche con lo sviluppo di innovativi farmaci.

In particolare, il contributo della Fondazione è rivolto ad uno studio di ricerca che punta ad indagare i meccanismi di danno ai polmoni provocati dal Covid-19 che portano alla formazione di trombi nel sangue con l’obiettivo di sviluppare nuovi farmaci per pazienti colpiti dalla malattia in modo grave.

Il Covid-19 è una malattia virale indotta da infezione di un nuovo coronavirus, Sars-Cov-2, che ha raggiunto, in breve tempo, proporzioni pandemiche. Ad oggi sono state segnalate 250 milioni di infezioni con più di 5 milione di morti. L’infezione da Sars-Cov-2 può manifestarsi con varie condizioni cliniche che vanno dai casi asintomatici a forme letali. In circa il 20% dei pazienti, l’infezione virale si estende ai polmoni dove Sars-Cov-2 infetta le cellule epiteliali e le cellule endoteliali che rivestono rispettivamente gli alveoli polmonari (dove avviene lo scambio dell’ossigeno) e i vasi sanguigni del polmone. La malattia può progredire rapidamente in polmonite interstiziale bilaterale, sindrome da distress respiratorio acuto e, nei casi più gravi, danno multiorgano causato anche dalla formazione di trombi. Pazienti di età avanzata, sesso maschile e con altre patologie come ipertensione, diabete e tumori del sangue sono le persone a più alto rischio di mortalità una volta contratta l’infezione.

L’analisi dei polmoni di pazienti deceduti per Covid-19 ha evidenziato un danno al tessuto polmonare dato da una eccessiva risposta immunitaria e da una forte risposta infiammatoria nelle cellule polmonari: lo scambio d’ossigeno diminuisce e si attivano le cellule dei vasi sanguigni con formazione di trombi.

“Lo scopo del nostro studio – spiega Luca Perico ricercatore del Laboratorio di Biologia Cellulare e Medicina Rigenerativa dell’Istituto Mario Negri – è capire i meccanismi di danno che portano alla formazione di trombi ed identificare possibili farmaci per i pazienti con malattia severa. Ricevere questo finanziamento rappresenta per noi un sostegno importante per continuare la nostra ricerca nell’ostacolare questo virus e i danni che esso provoca e nel capire quali alleati potremo avere per le cure di pazienti affetti da Covid-19”.

“Per contrastare questa pandemia l’intera comunità scientifica ha unito le proprie competenze riuscendo ad ottenere risultati importanti in termini di vaccini e cure in poco tempo – aggiunge Ariela Benigni, Segretario Scientifico dell’Istituto Mario Negri e Coordinatore delle ricerche delle sedi di Bergamo e Ranica –  , se ciò è stato possibile lo si deve anche e soprattutto al patrimonio di scoperte e conoscenze scientifiche frutto del lavoro quotidiano dei ricercatori che operano per il bene di tutti. Siamo quindi molto grati a Fondazione Banca Popolare di Bergamo per il sostegno che stiamo ricevendo in favore di questo progetto: è la dimostrazione che il territorio è sempre più a fianco della ricerca scientifica e consapevole di quanto sia indispensabile supportarla. Il gesto della Fondazione garantisce concreto supporto per studiare il Sars-Cov-2 e trovare nuove cure”.

Armando Santus, Presidente della Fondazione Banca Popolare di Bergamo: “La Fondazione della Banca Popolare di Bergamo è da sempre a fianco dell’Istituto Mario Negri di Bergamo. Lo è stata quando, nel 1984 l’Istituto prese casa al Conventino, quando da qui si è trasferito al Parco Scientifico Tecnologico Kilometro Rosso (2010) e ogni qual volta è stato possibile sostenere il suo preziosissimo lavoro con borse di studio a giovani ricercatrici e ricercatori o con l’acquisto di strumentazioni d’avanguardia per la ricerca. Diversi i progetti che il Mario Negri ha avviato per meglio comprendere lo sconosciuto e micidiale Covid-19, portando risultati importanti a vantaggio di tutta la comunità. Non possiamo che continuare su questa strada, insieme, oggi, ad Intesa Sanpaolo, forti dell’altissimo profilo scientifico delle donne e uomini di scienza, che sono il cuore pulsante del Mario Negri: vero orgoglio bergamasco.

Nasce ‘Bergamo 900’: il nuovo Museo dedicato al Novecento, nato dalla sinergia tra Comune di Bergamo e Fondazione Banca Popolare di Bergamo.

Sabato 6 novembre 2021 Comune di Bergamo, Museo delle storie di Bergamo e Fondazione Banca Polare di Bergamo inaugurano BERGAMO 900. Un nuovo museo che racconta il XX secolo a partire dal territorio. Un museo nuovo che sperimenta l’esplorazione dal particolare al generale, alla ricerca di quelle storie del territorio, molte delle quali finora mai scritte, che si sono incontrate (o scontrate) con la Grande Storia.
Un vero e proprio mondo narrativo, costruito attorno a quattro chiavi di lettura del 900 – I fatti, I luoghi, La vita, Le voci – attingendo a tutti i media possibili: fonti audiovisive, fotografiche, documentarie, orali e materiali. Compresa la viva voce di celebri protagonisti delle grandi imprese culturali, scientifiche, economiche, sociali e sportive, che hanno visto Bergamo protagonista del Novecento nazionale e internazionale.

Il progetto BERGAMO 900, che prende il via nel 2017 in occasione del centesimo anniversario del Museo delle storie di Bergamo, nasce grazie alla sinergia con Comune di Bergamo e Fondazione Banca Popolare di Bergamo, da sempre a fianco del Museo delle storie. La Fondazione nel 2019, in occasione del 150° anniversario di costituzione della Banca Popolare di Bergamo, da cui è nata, ha creduto e interamente finanziato la creazione del museo con l’intento di lasciare in eredità alla comunità e alle giovani generazioni un luogo dedicato alla storia del 900 per far conoscere il passato, comprendere il presente e guardare al futuro.

Armando Santus Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: “La tutela del patrimonio artistico e la promozione della cultura appartengono alla missione della Fondazione della Banca Popolare. Il nostro sostegno al Museo storico della città e alle sue iniziative di qualità ha radici profonde, e nel tempo ha assunto diverse forme: dall’intervento emblematico come la ristrutturazione – in collaborazione con il Comune di Bergamo – delle storiche Porta S. Lorenzo e Torre dei Caduti, al contributo puntuale, garante del pieno svolgimento delle attività e delle mostre proposte in questi anni, compreso l’allestimento della sezione cinquecentesca dedicata all’età veneta presso il Palazzo del Podestà. Bergamo Novecento vede ancora la Fondazione in primissima linea, insieme alle Istituzioni e accanto agli esperti, donne e uomini di rara professionalità, che pur tra mille difficoltà hanno pensato, voluto, costruito questo nuovo percorso museale che sta per essere consegnato alla città. Il Museo delle Storie si arricchisce di quella a noi più vicina, il Novecento. Qui c’è il racconto corale di un tempo, dei fatti, delle icone e delle persone che hanno fatto la storia. La nostra storia. È il racconto di noi, che siamo figli del Secolo breve. È un progetto ambizioso, a cui abbiamo creduto da subito. Il nostro Museo ha un’anima viva, dinamica, creativa che si esprime in un corpo monumentale, un contenitore storico di cui anche noi dobbiamo farci, vogliamo farci custodi. Abbiamo la responsabilità di preservare la memoria del nostro Paese, non solo per un dovere conservativo, ma per non dimenticare la nostra identità e tramandare la nostra storia a tutti coloro che vorranno conoscerla. Che Bergamo Novecento nasca proprio ora, infine, tra i primi gesti significativi del post-pandemia rappresenta anche un bel segno di ripartenza, ancora più incisivo perché riguarda un settore fortemente provato dalle restrizioni imposte dalla pandemia: la cultura. La Fondazione Banca Popolare di Bergamo, accanto ad una Banca importante e attenta alle comunità in cui opera, Intesa Sanpaolo, non farà mancare il suo sostegno. Con Intesa Sanpaolo, la Fondazione Banca Popolare di Bergamo potrà continuare ad essere presente nelle iniziative culturali bergamasche.

Il progetto

Cinque anni di lavoro, più di 200 persone coinvolte tra ricercatori, studiosi e maestranze. Alla guida del progetto Roberta Frigeni e Lia Corna con Nicholas Fiorina e Giulia Todeschini del Museo delle storie di Bergamo, affiancati da un Comitato Scientifico composto da Giuseppe De Luca, Gianluigi Della Valentina, Federico Mazzei e Peppino Ortoleva, storici che si sono distinti per importanti studi dedicati al territorio e alla divulgazione scientifica in ambito museale. La ricerca si è avvalsa inoltre della collaborazione di Maria Mencaroni Zoppetti, Carlo Salvioni, Elisa Pievani, Giada Borlotti e di un gruppo di giovani ricercatori coinvolti dal Museo per redigere gli studi preparatori.

Tantissime le collaborazioni attivate: oltre 130 tra istituzioni culturali locali, nazionali e internazionali, aziende private e collezionisti, che hanno messo a disposizione le loro competenze, le collezioni e gli archivi per far di Bergamo 900 un’esplorazione narrativa corale, un vero e proprio cantiere di storie.

Ad accompagnare il Museo delle storie in questo lungo percorso due studi leader dell’Exhibition Design quali Alessandro Bettonagli Entertainment Architecture e theBuss guidati da Alessandro Bettonagli, Davide Sgalippa e Riccarco Castaldi. Professionisti di solida esperienza che hanno tradotto la ricerca scientifica in una coinvolgente visione scenografica e multimediale. Le soluzioni adottate in Bergamo 900 rispettano l’elemento architettonico proponendo qualcosa di nuovo e unico, dove l’elemento tecnologico vive in funzione del messaggio.

Il percorso

In 4 sale, i visitatori potranno ripercorrere quasi 100 anni di mutamenti, rivoluzioni, movimenti: dai cambiamenti economici, politici, culturali, sociali, alle nuove forme di aggregazione, dalla vita quotidiana alle moderne forme di comunicazione, fino alla questione ambientale.

La prima sala è dedicata a I FATTI: un’installazione video immersiva cala il visitatore dentro le principali dinamiche sociali e i processi di mutamento economico, politico e culturale del Novecento. Otto clip raccontano il secolo attraverso eventi che hanno profondamente segnato la vita della città e del territorio, in continuità o discontinuità tra dimensione locale e nazionale. Il caso Dalmine e il decollo industriale; i fratelli Calvi in trincea; Antonio Locatelli e il fascismo; la Resistenza e la Repubblica; il modello Lombardini nel boom economico; la chiesa “globale” di Papa Giovanni e del Concilio Vaticano II; la lotta operaia della Filati Lastex; il caso atrazina e le prime forme di tutela ambientale.

Nella seconda sezione, la storia parla attraverso la geografia: una grande mappa tridimensionale e interattiva, estesa fino a quasi 6 metri, è lo strumento per interrogare direttamente I LUOGHI della città e della provincia di Bergamo, decifrando i segni della storia del 900.
In 7 postazioni i visitatori possono navigare nel e sul territorio di ieri e di oggi, attraverso percorsi che mettono in rete ben 87 punti di interesse tra edifici, luoghi di aggregazione e sistemi di viabilità: le aree propulsive dell’economia del Novecento, dai Cantieri Riva alle Cartiere Pigna, dai Grandi Magazzini Coin allo Stabilimento Italcementi, dalla SACE al villaggio (oggi patrimonio Unesco) di Crespi d’Adda; le grandi infrastrutture, dalle ferrovie all’autostrada, fino all’aeroporto; l’evoluzione urbana e la nascita di nuovi quartieri popolari, dal centro della città ridisegnato da Marcello Piacentini al caso Zingonia. E ancora: l’assistenza e la sanità; i luoghi della cultura e del tempo libero, dall’Accademia Carrara al Teatro Donizetti, dalla culla del Liberty San Pellegrino Terme allo Stadio. Infine, la guerra, tra edifici simbolo del regime fascista e storie della Resistenza, dalla Casa Littoria alla Sciesopoli ebraica.

Nella terza sezione, la storia si racconta attraverso LE VOCI: 23 box di oggetti iconici e altrettante testimonianze orali evocano le storie della vita di Bergamo, rimandando a personalità, aziende e istituzioni, scelte perché rappresentative di tratti identitari del territorio bergamasco, ma che spesso hanno conquistato una dimensione nazionale e internazionale. Dagli spot delle nuove bibite Sanpellegrino al rivoluzionario materiale Moplen, dal Formichino Rumi al catalogo Vestro del cotonificio Legler, dai primi giocattoli in legno Foppapedretti alle moderne pentole in alluminio di Agnelli, dalla potenza dei trattori SAME agli innovativi freni Brembo e ancora, dal famoso Signor Rossi alla bicicletta Bianchi, fino alla storica finale di Coppa Italia del 1963, Atalanta-Torino 3-1. Ad accompagnare gli oggetti, le voci di “testimonial” d’eccezione, come Giacomo Agostini e Bruno Bozzetto, e di protagonisti del secolo che rivivono attraverso interviste di repertorio, come il cardiochirugo Lucio Parenzan, i campioni sportivi Walter Bonatti e Felice Gimondi, gli esponenti della cultura Giacomo Manzù, Gianandrea Gavazzeni ed Ermanno Olmi.
Completa Bergamo 900, un’imponente linea del tempo che corre lungo i 22 metri dello spazio espositivo e fa da cornice a tutto l’allestimento. Attraverso i decenni il visitatore può scoprire i cambiamenti della VITA a Bergamo e provincia nel 900: dati demografici, economici e culturali; fotografie che mostrano i volti e i costumi di donne e uomini tra vita privata e collettiva. A chiudere il percorso 100 anni di storia bergamasca raccontata attraverso le prime pagine del principale quotidiano locale, L’Eco di Bergamo, da sfogliare in un grande touch screen dal gennaio del 1900 al dicembre del 1999.

Bergamo 900 è pensato come un “Cantiere di storie”, un museo sempre in progress che promette continui sviluppi, dialoghi, approfondimenti e nuove attività rivolte alle scuole. Da gennaio 2022 in calendario un programma di incontri e iniziative, ma il Museo delle storie guarda già a Bergamo e Brescia Capitale italiana della Cultura 2023 con il grande convegno nazionale “Il 900 in Museo”.

Per saperne di più museodellestorie.bergamo.it

La mostra “FERRONI – La durata della memoria” celebra il ventennale della morte dell’artista profondamente legato alla città e festeggia i trent’anni della Fondazione.

La mostra “FERRONI – La durata della memoria” celebra la ricorrenza del ventennale della morte del pittore e incisore livornese Gianfranco Ferroni, che ha svolto prevalentemente la sua attività d’artista prima a Milano e poi a Bergamo, dove è morto nel 2001. Curata da Chiara Gatti e Arialdo Ceribelli, l’esposizione è allestita dal 6 ottobre al 15 dicembre 2021 presso Palazzo Bassi Rathgeb, una delle sedi istituzionali dell’Università degli studi di Bergamo in via Pignolo 76.

La mostra, prodotta dalla Fondazione UBI Banca Popolare di Bergamo, in collaborazione con l’Archivio Gianfranco Ferroni e l’Università degli studi di Bergamo, è l’occasione per celebrare anche i trent’anni della Fondazione della Banca Popolare di Bergamo che continua la sua attività insieme ad di Intesa Sanpaolo.

L’esposizione si concentra sulla ricerca di Ferroni degli anni Settanta e conta circa trenta opere fra dipinti e disegni, generosamente concessi in prestito dai maggiori collezionisti per l’Archivio Gianfranco Ferroni oggi impegnato nella catalogazione generale della produzione pittorica del maestro. Stabilitosi a Milano nel 1974, comincia a ritrarre il silenzio delle stanze, indagando la luce e l’ombra, lo spazio e la materia. Dal 1975, dopo alcuni anni di isolamento a Viareggio, Ferroni comincia a esporre i suoi lavori in Italia e all’estero, riscuotendo interesse nella critica e nel pubblico. Sono gli anni dell’“ostinato uso della matita”, come li ha definiti Vittorio Sgarbi: Ferroni è “incisore per intima vocazione e trasforma ogni foglio in una lastra”. Tutto è scarno e disadorno, evocativo di un’infinita solitudine.

La mostra, che trae il titolo da un testo del critico Luigi Carluccio, è occasione per tenere viva l’attenzione sulla ricerca dell’autore e restituire un respiro internazionale alla sua produzione, vicina a suoi contemporanei oltre confine. Il Ferroni non è solo autore di casa nostra, peraltro presente ben quattro volte alla Biennale d’arte di Venezia (nel 1958, 1964, 1968, 1982), ma anche artista che nel 1959, 1965 e 1972 espose alla Quadriennale di Roma, vinta poi nel 1999; nel 1964 alla Biennale di Tokyo; nel 1965 a Mitologie del nostro tempo ad Arezzo e ad Alternative attuali 2 all’Aquila. Nel 1966 fu al Salon de la Jeune Peinture di Parigi; e, ancora, nel 1969 alla Biennale del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto.

Armando Santus, Presidente della Fondazione UBI Banca Popolare di Bergamo: “Siamo lieti che il maestro Ferroni sia tornato a Bergamo, sua terra d’adozione. Il sostegno alla cultura e all’arte sono nella mission di Fondazione, che oggi esprime l’orgoglio di aver contribuito, con una proficua collaborazione con l’Università degli studi di Bergamo e con il neonato Archivio Ferroni, a rendere omaggio ad un artista che ancora oggi sa parlare ad ognuno di noi. Questa mostra rappresenta un prezioso tassello nella crescita culturale della nostra comunità e siamo sicuri che molti visitatori, bergamaschi e non solo, apprezzeranno questa esposizione”.

Arialdo Ceribelli, studioso, collezionista ed esperto conoscitore della grafica originale e in generale dell’arte figurativa del Novecento, presidente dell’Archivio Gianfranco Ferroni: “Lavoro da molti anni affinché Ferroni abbia la risonanza che merita e sono felice che la prima mostra realizzata dall’Archivio Gianfranco Ferroni si svolga a Bergamo.”

Remo Morzenti Pellegrini, Magnifico Rettore Università degli studi di Bergamo: “Abbiamo voluto collaborare al progetto espositivo dedicato a Gianfranco Ferroni non solo per l’indubbio valore di questa personalità artistica, ma anche perché ci è sembrato opportuno promuovere, proprio negli spazi universitari di Palazzo Bassi Rathgeb, un dialogo ideale tra il pittore livornese e il critico d’arte Mario De Micheli, che si è occupato in varie occasioni di Ferroni e il cui prezioso Fondo risiede proprio qui, dopo essere stato generosamente donato dalla famiglia al nostro Ateneo”.

Il progetto scientifico della mostra contempla la pubblicazione di un catalogo edito da Allemandi, che raccoglie testi dei curatori, oltre ai contributi speciali dell’architetto Mario Botta, dello storico dell’arte Antonio Natali, già direttore della Galleria degli Uffizi di Firenze, e del critico e storico dell’arte Vittorio Sgarbi.

La mostra è aperta da lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 18,30. Per l’ingresso alla mostra è richiesto il Green pass.

Fondazione UBI Banca Popolare di Bergamo per le donne e la tutela della vita. Sostegno al Centro Aiuto per la Vita e alle Suore Poverelle per Casa Sofia

Fondazione UBI Banca Popolare di Bergamo si mobilia per le donne, le mamme in difficoltà e la tutela della vita.

Per aiutare le donne in attesa in condizioni di grave fragilità, la Fondazione ha stanziato 22 mila euro a favore del Centro Aiuto per la Vita. Il contributo andrà a sostenere le iniziative promosse nella città di Bergamo, Alzano Lombardo e Seriate.

A favore della Comunità Istituto delle Suore Poverelle – Istituto Palazzolo di Bergamo sono invece destinati 36 mila euro per la realizzazione del progetto ‘Dove altri non giunge’, che nasce dalla lunga esperienza di accoglienza vissuta all’interno di Casa Sofia, nata negli anni Novanta per accogliere donne sole e con figli, in condizioni di temporanea difficoltà, vittime di violenze familiari. Se Casa Sofia è il primo ‘rifugio’ per donne sole e mamme, ‘Dove altri non giunge’ è il passo successivo, un progetto di tutoring in cui le donne che hanno lasciato Casa Sofia si trasferiscono con i propri figli in appartamenti e cominciano a muovere i primi passi verso la costruzione di un percorso di vita autonomo. Le priorità per l’equipe educativa di Casa Sofia – che si ispira all’insegnamento del Beato don Luigi Palazzolo “Cuore Largo, Custodire come figli e osare per non lasciare indietro nessuno”, fatto proprio dalle Suore Poverelle e dalle laiche e  laici che operano con le religiose – sono azioni molto concrete che mirano a rendere le donne il più autonome possibile, tra cui: il sostegno delle spese per i documenti di base (carta d’identità, permesso di soggiorno se straniere, iscrizione al Centro per l’impiego); la promozione di borse lavoro, percorsi di formazione professionale e il conseguimento della licenza di guida; la tutela della salute, attraverso azioni di prevenzione e cura.

Attualmente, Casa Sofia ospita 14 donne con i loro figli, 16 minori in tutto.

Il contributo della Fondazione della Banca Popolare di Bergamo andrà a favore di tre nuclei familiari di Bergamo ed uno a Treviolo, quest’ultimo in collaborazione con la Parrocchia del territorio. Destinatarie dei progetti, mamme che devono consolidare la loro autonomia lavorativa e costruire una propria indipendenza economica.

Sara Modora, coordinatrice di Casa Sofia – Comunità Istituto delle Suore Poverelle – Istituto Palazzolo di Bergamo: “Le donne destinatarie del progetto ‘Dove altri non giunge’ hanno mediamente 35 anni, sono straniere e stanno vivendo un momento di temporanea difficoltà a causa delle violenze familiari subite. Tutte hanno le capacità per riprendere in mano la propria vita, ma hanno bisogno di essere supportate e avviate all’indipendenza economica. Siamo grate a Fondazione UBI BPB perché, grazie al suo contributo, abbiamo preso coraggio e ampliato il progetto iniziale, che prevedeva il supporto a tre nuclei familiari complessivi – non quattro come invece è stato possibile grazie al contributo – tra Bergamo e Treviolo. Le donne che ospitiamo devono compiere molti passi prima di trovare di nuovo la serenità e l’autonomia. Per loro dobbiamo costruire delle relazioni forti con tanti soggetti del territorio: servizi sociali, forze dell’ordine, istituzioni, fondazioni, centri anti-violenza. Il progetto a Treviolo, ad esempio, è stato reso possibile anche grazie alla disponibilità del parroco, don Gianmarco Vitali, che ha messo subito a disposizione un appartamento di proprietà della parrocchia per le donne vittime di violenza. Il nostro è un gioco di squadra che ci dà sollievo, perché ci aiuta a incrociare bisogni e a fare crescere l’attenzione di tutta la comunità sul tema della violenza contro le donne”.

Armando Santus, Presidente della Fondazione UBI Banca Popolare di Bergamo: “Il sostegno a progetti di assistenza sociale è di primaria importanza nella missione della nostra Fondazione, e la protezione della vita è nei nostri valori.  I contributi stanziati per il Centro Aiuto per la Vita e per il progetto ‘Dove altri non giunge’ sono l’espressione del desiderio di Fondazione di accompagnare e sostenere le donne che hanno avuto un percorso di vita accidentato e difficoltoso. Vorremmo che la concretezza della nostra solidarietà si traducesse in un futuro sereno per queste famiglie e in una maggiore fiducia di queste donne nelle loro capacità. Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione nel collaborare con numerosi partner del territorio, sia pubblici che del privato sociale. Una sinergia vincente, che si inserisce nella prospettiva di costruzione di un moderno e sostenibile welfare di comunità, in armonia con le prospettive e le attenzioni di Intesa Sanpaolo”.

Fondazione UBI BPB per il ciclismo agonistico dei bambini tra i 6 e i 12 anni.

Bergamo, 29 aprile 2021 – Saranno destinati alla distribuzione di materiale tecnico i 10 mila euro stanziati dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo a favore dell’Unione Ciclistica Bergamasca e del Comitato Provinciale della Federazione Ciclistica Italiana. La prima, attiva dal 1902, è la più antica società dilettantistica del territorio ed una delle più longeve d’Italia.

Dopo un anno di fermo delle manifestazioni sportive a causa della pandemia, le due realtà del settore si sono mobilitate in aiuto delle società della provincia di Bergamo che si occupano delle attività riservate ai bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni (circa sei-settecento bambini coinvolti), che praticano il ciclismo agonistico per conto della Federazione Ciclistica Italiana.

“I nostri giovanissimi atleti non pensano alla gara. È un gioco e un’attività sportiva all’aperto, un’occasione di relazione e di amicizia”, dichiara Gianluigi Stanga, presidente dell’Unione Ciclistica Bergamasca. Classe 1949, Stanga è stato dal 1983 al 2007 direttore sportivo di team di livello internazionale; nelle sue squadre ha diretto campioni come Francesco Moser, Gianbattista Baronchelli e Laurent Fignon. L’impegno da presidente va a braccetto con l’attenzione ad iniziative di solidarietà. “Abbiamo costituito una squadra di appassionati che, con i colori giallorossi della società, partecipa a manifestazioni sportive di carattere benefico: questo è lo spirito che anima il nostro club”. Basti citare l’adesione al progetto “L’albero dei caschi” (della cordata Aribi Associazione per il Rilancio della Bicicletta di Bergamo, Federazione Ciclistica Italiana e Comitato provinciale di Bergamo) per la raccolta, disinfezione e donazione di caschi a chi ne ha bisogno e il sostegno alle iniziative della onlus “The bridge for hope”, che promuove attività integrative alle cure mediche come la terapia della risata e l’estetica oncologica. Detto questo, credo doveroso ringraziare la Fondazione della Banca Popolare per l’attenzione e la sensibilità, da sempre dimostrata, in favore dell’attività sportiva giovanile praticata sul nostro territorio.

In agenda per il 25 luglio c’è poi la seconda edizione della “Bergamo – Monte Pora, Gran Premio Radici Group”, la gara ciclistica riservata alla categoria juniores (17-18 anni), circa 105 chilometri di percorso, della cui organizzazione si occupano i 50 iscritti amatori dell’UC Bergamasca. L’arrivo al Monte Pora è stato scelto non solo perché è una nota località della bergamasca, ma anche perché è stato tappa del Giro d’Italia del 2008 e di altre manifestazioni, dunque di sicuro gradimento per gli appassionati.

Claudio Mologni, Presidente del Comitato Provinciale di Bergamo della FCI Federazione Ciclistica Italiana: “Il 2020 è stato un anno difficile. Abbiamo potuto organizzare pochissime manifestazioni e gare per i giovanissimi. Diversamente dal 2019, quando abbiamo raggiunto il numero di 55 manifestazioni fra pista, strada, fuoristrada, BMX, Trial, Gimkane, eventi che hanno visto la partecipazione non solo di società bergamasche, ma anche di società provenienti da tutta la Lombardia.

Per il 2021 abbiamo in programma circa sessanta gare solo per i giovanissimi, ma ad oggi, per il perdurare dell’emergenza Covid-19 le nostre Società non sono ancora riuscite ad organizzarne una; speriamo che si possano pianificare a breve perché i nostri ragazzi ne hanno veramente bisogno. Inoltre, da qualche anno a questa parte, una presenza importante è quella di giovani atleti diversamente abili che partecipano con la loro società ad una esibizione dedicata, fra una batteria e l’altra, e nonostante le difficoltà psico-fisiche hanno dimostrato di avere una buona padronanza del mezzo a due ruote assaporandone la vera essenza del gioco, del divertimento e dello stare insieme”.

Armando Santus, Presidente della Fondazione UBI Banca Popolare di Bergamo: “Lo sport è un’occasione di formazione straordinaria per i bambini e i ragazzi. Attraverso l’esperienza agonistica, i giovani possono vivere i valori della solidarietà, dell’amicizia, dell’attenzione per l’altro e dello spirito di squadra. E tutto questo giocando e divertendosi all’aria aperta. Crediamo inoltre che il ciclismo sia un’ottima palestra di vita, un luogo di autentica valorizzazione del merito. Ci auguriamo di contribuire a realizzare i sogni di giovanissimi sportivi di talento, che si impegnano quotidianamente e coltivano la speranza di una carriera da professionisti”.