Cinque opere dell’Accademia Carrara restaurate ‘sotto gli occhi’ degli studenti dell’Istituto d’Arte Applicata “Andrea Fantoni” di Bergamo.

Fondazione Banca Popolare di Bergamo sostiene il progetto di conservazione e di formazione al restauro di cinque opere della Fondazione Accademia Carrara, che vede coinvolti anche gli studenti della Scuola d’Arte Applicata “Andrea Fantoni” di Bergamo.

IL RESTAURO CONSERVATIVO DI SEI OLI SU TELA

L’iniziativa, promossa da Fondazione Banca Popolare di Bergamo e sostenuta dalla stessa attraverso un finanziamento di circa 40mila euro, ha una durata prevista di tre anni – dal 2023 al 2025 –, e si concentra su un nucleo di sei opere che rivestono un significato particolare, per le loro caratteristiche e perché costituiscono casi di studio particolarmente rappresentativi. Si tratta di cinque oli su tela dipinti in un arco temporale che va dal XVI al XIX secolo: Giovanni Busi detto Cariani, Cristo e l’adultera, copia da Tiziano; Giovan Battista Moroni, Ritratto di gentiluomo; Enea Salmeggia, S. Domneone; Anton van Dyck, copia da, Compianto su Cristo morto; Costantino Rosa, Scorci montani delle valli bergamasche. Tutte le opere, selezionate dalla Fondazione Accademia Carrara, saranno oggetto di un intervento di restauro conservativo articolato in diverse fasi: verrà individuato un professionista che sarà invitato a redigere una relazione tecnica sulle opere – comprensiva di eventuali analisi non invasive che ne accertino tutti gli elementi costitutivi, dalla tecnica al supporto alla documentazione fotografica – e un progetto di restauro da sottoporre alla valutazione e approvazione da parte della Soprintendenza. Ad una ricerca di carattere storico-artistico – coordinata dal responsabile dell’Ufficio Conservatori dell’Accademia Carrara e condotta con l’obiettivo di inquadrare le opere nel contesto culturale di cui sono espressione – seguirà l’intervento conservativo vero e proprio eseguito da professionisti restauratori.

PROFESSIONISTI DEL RESTAURO E STUDENTI, INSIEME

All’intero percorso prenderanno parte anche alcuni studenti della Scuola d’Arte Applicata “Andrea Fantoni” di Bergamo, con cui l’Accademia Carrara intrattiene da tempo un solido rapporto in linea con la grande attenzione che il fondatore Giacomo Carrara dedicava ai giovani e alla loro formazione: è, questa, un’occasione per osservare da vicino – senza ruoli operativi, che richiedono una più solida preparazione ed esperienza – non solo l’intervento diretto ma anche tutta la fase preparatoria, di studio e di diagnostica dello stato di conservazione delle opere. Si tratta, per aspiranti operatori nel campo del restauro di opere d’arte, di un primo ma significativo approccio al mestiere del restauratore – sempre più caratterizzato da competenze scientifiche e dalla presenza di strumentazione tecnologica avanzata –, utile dunque a rendere più consapevoli le scelte formative future degli studenti.

Armando Santus, Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: «Il territorio bergamasco – e nello specifico l’Accademia Carrara – possiede un patrimonio d’arte di altissima qualità, che non solo va tutelato ma reso pienamente fruibile nel tempo. Ecco perché la Fondazione Banca Popolare, in linea con l’impegno per la tutela del patrimonio artistico e storico locale che da sempre la anima, ha deciso non solo di sostenere un intervento di restauro, ma di rendere tale processo aperto ai giovani che si stanno formando nel campo della conservazione. Crediamo che si tratti di un’occasione importante per accrescere consapevolezza e competenze delle generazioni a cui spetterà il compito di portare avanti il lavoro di valorizzazione delle nostre bellezze artistiche. Il progetto durerà tre anni, un tempo utile anche per raccogliere i primi frutti di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023».

Maria Cristina Rodeschini, Direttrice Fondazione Accademia Carrara: «Il progetto triennale mette in relazione la Fondazione Banca Popolare di Bergamo, la Fondazione Accademia Carrara e la Scuola d’Arte Applicata “Andrea Fantoni” secondo una modalità di cooperazione ricca di significato. L’affiancamento di giovani allievi ai professionisti, affinché possano assistere alle diverse fasi di un processo complesso quale è il restauro di un’opera d’arte, non può che essere considerato come un vero e proprio laboratorio di studio per giovani interessati a conoscere meglio le coordinate di una professione, quella del restauratore, grandemente attrattiva ma anche difficilmente praticabile per chi non dispone di competenze specifiche. Ci sono tutte le premesse per la buona riuscita della collaborazione tra la Carrara, che insieme ai restauratori che operano sul suo patrimonio offre un’opportunità di conoscenza, e la Fondazione Banca Popolare di Bergamo, che non solo ha stimolato tale progettualità, ma le assicura anche un futuro sostenendola per tre annualità consecutive».

Antonio Parimbelli, Presidente Scuola d’Arte Andrea Fantoni: «Nostro obiettivo è da sempre favorire attraverso la formazione di alto livello la crescita culturale e professionale, in particolare nel settore artistico e dei Beni Culturali, così come promuovere il positivo inserimento della persona nel mondo del lavoro e nella società. In una Scuola d’Arte è importante capire che salvare il bello significa salvare l’opera dell’ingegno dell’uomo e dunque il progresso da esso compiuto. Questa iniziativa rinnova il nostro dialogo con il territorio con il quale siamo legati grazie alle relazioni anche con altre istituzioni quali ad esempio la Diocesi, le Parrocchie, la Soprintendenza. Grazie al sostegno della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, questo progetto ci consente di rinnovare il rapporto tra la Scuola Fantoni e l’Accademia Carrara, l’istituzione più prestigiosa in campo artistico della città, con la quale nel contesto del Corso di Tecnico del Restauro, avevamo già collaborato. Siamo felici che questa nuova iniziativa possa coinvolgere per il primo anno i ragazzi del Liceo Artistico, sarà infatti per loro occasione irripetibile di stimolo e di formazione; altrettanto sarà momento qualificante per gli allievi del triennale Corso di Tecnico del Restauro. Operare su beni reali al fianco di professionisti è proprio una delle caratteristiche qualificanti di tale Corso di studi. Dal 1999, in oltre 20 anni, i nostri studenti si sono misurati a contatto con opere d’arte di istituzioni laiche e religiose del territorio al servizio del vasto patrimonio della nostra provincia».

Torna a splendere il Coro dei Laici nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo

Fondazione MIA e Fondazione Banca Popolare di Bergamo presentano il restauro del Coro dei Laici, parte del cinquecentesco Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto posto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in Città Alta a Bergamo. Si tratta della prima parte del più ampio intervento di restauro, ancora in corso, che restituirà alla città di Bergamo l’intera sequenza di tarsie lignee raffiguranti immagini di storie bibliche e simboliche, la cui esecuzione si colloca tra il 1523 e il 1555. Il Coro dei Laici, impreziosito da ventinove tarsie che rappresentano scene dell’Antico Testamento, disegnate dal Lotto e realizzate dal maestro intarsiatore Capoferri tra il 1523 e il 1530, è quello più recente – realizzato tra il 1553 e il 1555 – e occupa l’area absidale della Basilica. Il nome di questa sezione del Coro fa riferimento alla posizione in cui sedevano durante le celebrazioni i congregati laici di quella che oggi è la Fondazione MIA. Oltre alla sezione dedicata ai laici, il Coro ligneo si compone di una seconda parte, il Coro dei Religiosi, il cui restauro sarà ultimato entro l’autunno 2023.

IL RESTAURO E LE SCOPERTE

Il Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto – come la Basilica di Santa Maria Maggiore che lo custodisce – è gestito da Fondazione MIA che ne ha commissionato un importante restauro, avviato ad aprile 2022, curato da Luciano Gritti dell’omonima Bottega di restauro con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia. Fondazione Banca Popolare di Bergamo è partner esclusivo dell’intervento. Il restauro, che si è reso necessario e urgente per preservare il bene dal deperimento causato dello scorrere del tempo, ha seguito le tecniche più innovative. I lavori hanno previsto il monitoraggio micro-climatico dell’ambiente; la campagna di analisi per studiare le tecniche esecutive e le antiche vernici; la pulitura svolta con metodi tradizionali e sistemi laser di ultima generazione; il consolidamento e la disinfestazione dell’opera; la scansione 3D dell’intero Coro e il rilievo CAD di tutti gli elementi che lo compongono; la campagna fotografica di documentazione. Grazie all’intervento di restauro, sono state scoperte opere inedite sia al pubblico che agli addetti ai lavori. La prima è un affresco di fine Trecento raffigurante una Madonna col Bambino, rimasta nascosta fino ad oggi dietro ad una tarsia del Coro. La seconda testimonianza è un’opera attribuita al pittore pavese del Cinquecento Francesco Rosso, intarsiata da Giovan Francesco Capoferri, raffigurante Caino e Abele. Fino ad oggi, gli studiosi erano convinti che la figura di Caino fosse stata persa per sempre. Si tratta di un ritrovamento straordinario, non solo perché questa tarsia, intatta e perfettamente conservata poiché inserita nella struttura portante del Coro, è visibile per la prima volta dal Cinquecento, ma anche perché alcune parti raffigurate si sono svelate come dipinte. La terza grande scoperta attiene all’antico sistema di “coperti” delle tarsie. Dalla metà del 1800 le tarsie sono state nascoste alla vista del pubblico da coperchi di legno e, prima del restauro, solo alcune erano osservabili durante le visite guidate. Smontando la parte presbiteriale del Coro, la più antica (il Coro dei Religiosi), si è scoperto che le tarsie con simbologie neoplatoniche lì disposte, erano in origine pensate come coperchi, “coperti” per l’appunto, delle tarsie a tema testamentario, ora posizionate nella metà absidale (il Coro dei Laici). Fino ad oggi gli studiosi non erano riusciti a spiegare la funzione dei “coperti”, non sapendo se qualificarli come ante o semplici coperchi da mettere e togliere per salvaguardare le opere. L’intervento di restauro ha rivelato un sistema unico e mai visto in un oggetto di questo tipo: le sedute del coro presbiteriale erano state predisposte per ospitare un originale sistema a scomparsa, ovvero la tarsia simbolica sarebbe sparita dietro l’alzata della seduta con un sistema a ghigliottina, lasciando scoperta la tarsia biblica.

CON IL ‘CANTIERE VIVO’ UN RESTAURO SEMPRE APERTO

Quello allestito all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore è un ‘Cantiere Vivo’ che, delimitato da pannelli di plexiglass su cui sono riportati testi, immagini e QR code che permettono l’approfondimento di contenuti storici e artistici legati all’opera e al suo contesto, mantiene l’area dei lavori sempre accessibile ai visitatori, che possono quindi sia ammirare il Coro cinquecentesco e le sue preziose tarsie in legno, sia osservare da vicino le tecniche di restauro e il lavoro dei professionisti in tempo reale. L’allestimento di tutta l’area di cantiere è stato ideato e realizzato da Smart Puzzle, un team di professionisti specializzato nella valorizzazione di beni culturali, con la direzione scientifica di Stefano Marziali. Il ‘Cantiere Vivo’ è protagonista dell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura: l’intera area rimarrà accessibile, negli orari di apertura della Basilica, fino al termine dei lavori (autunno 2023). Iniziativa di restauro e, insieme, di divulgazione culturale, ‘Cantiere Vivo’ è animato dall’intento di generare un impatto profondo sul territorio, con particolare attenzione ai più giovani. Il Cantiere ha infatti coinvolto anche numerosi studenti delle scuole del territorio di Bergamo e di Brescia – grazie alla collaborazione con Officina dello Storico, l’associazione che si occupa dell’organizzazione delle attività di valorizzazione del patrimonio storico-artistico della Fondazione MIA – con un’adesione di oltre 1.200 studenti di scuole di ogni ordine e grado. Ad oggi, oltre 500 mila persone hanno visitato il cantiere di restauro del Coro ligneo di Capoferri e Lotto.

PUBBLICATE LE LETTERE DI LORENZO LOTTO ALLA FONDAZIONE MIA. QUATTRO INCONTRI PER CONOSCERE L’ARTISTA.

In occasione del restauro del Coro ligneo di Capoferri e Lotto, Fondazione MIA pubblica il volume “Lorenzo Lotto. Lettere. Corrispondenze per il coro intarsiato” (Officina Libraria, 2023) a cura di Corrado Benigni e Mauro Zanchi, con contributi di Antonella Anedda, Franco Cardini, Marco Carobbio, Enrico Maria Dal Pozzolo, Telmo Pievani.
L’opera riproduce integralmente le trentanove lettere inviate tra il 1524 e il 1532 da Lorenzo Lotto ai reggenti della Misericordia Maggiore di Bergamo. I documenti epistolari vertono sulla realizzazione dei cartoni per il progetto del coro di Santa Maria Maggiore di Bergamo: circa settanta disegni poi tradotti a intarsio con una quindicina di essenze lignee da Giovan Giovanni Francesco Capoferri e dalla sua bottega. Le lettere testimoniano sia le istruzioni epistolari che intercorrevano tra artista e committenti, sia il progressivo deteriorarsi dei loro rapporti, ma sono anche un documento imprescindibile per comprendere l’animo inquieto e geniale del maestro rinascimentale. Corredano il volume la riproduzione di tutte le tarsie bibliche del coro, oggetto del restauro, associate ai propri “coperti” come nelle intenzioni di Lotto.
L’anteprima di presentazione del volume è in programma per giovedì 13 aprile, alle ore 18.30, presso l’Accademia Carrara di Bergamo con l’intervento di Enrico Maria Dal Pozzolo, storico dell’arte esperto in pittura veneta dell’età rinascimentale e barocca (evento su prenotazione fino a esaurimento posti, telefonando allo 035211355 oppure scrivendo a info@fondazionemia.it). L’incontro è il primo della rassegna “Lotto. L’immaginazione e la luce”, un ciclo di quattro eventi, voluto da Fondazione MIA in occasione del restauro per approfondire la figura dell’artista veneziano, considerato uno dei più controversi e misteriosi del Rinascimento. Gli altri appuntamenti della rassegna sono: Lorenzo Lotto e la nascita della psicologia moderna con Flavio Caroli (20 aprile); Lorenzo Lotto e il suo tempo con Franco Cardini (27 aprile); Lotto, Copernico e la lanterna del mondo con Telmo Pievani (4 maggio). Tutti gli eventi si tengono in Basilica di Santa Maria Maggiore alle ore 20.45; introduzione musicale sul tema della luce a cura della Cappella di Santa Maria Maggiore con il coro diretto dal Maestro Cristian Gentilini. Ingresso libero. Il ‘Cantiere Vivo’ del Coro ligneo di Giovanni Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto è visitabile negli orari di accesso alla Basilica di Santa Maria Maggiore, che sono i seguenti: dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18. Il sabato dalle 10.30 alle 18; domenica e festivi dalle 9 alle 10.30 e dalle 13.30 alle 18. Ingresso: 5€ per i non residenti a Bergamo e provincia; 2€ biglietto ridotto per giovani (14-25 anni) e over 70. Gratuito per residenti, bambini fino a 13 anni inclusi, disabili e accompagnatore, scuole fino al ciclo secondario, sacerdoti, suore, giornalisti, militari e forze dell’ordine. Il biglietto di ingresso comprende un’audioguida che si attiva direttamente dal proprio smartphone, disponibile in cinque lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo).

LE DICHIARAZIONI

Fabio Bombardieri, presidente Fondazione MIA: «È grande la soddisfazione della Fondazione MIA nel vedere realizzato, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, e a 500 anni dall’inizio dei lavori di costruzione, l’importantissimo restauro del Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto, i cui risultati sono ampiamente superiori alle aspettative. I visitatori della Basilica potranno ora apprezzare, in tutto il loro splendore, le tarsie del Coro dei Laici e, dal prossimo autunno, anche quelle del Coro dei Religiosi che, ancora poco conosciute, rappresentano una straordinaria sorpresa. È un altro degli importanti recuperi, dopo quello del Monastero e della valle d’Astino, messo in atto in questi anni da Fondazione MIA nel solco della responsabilità civica e sociale acquisita nella sua pluricentenaria storia e nell’attività di gestione e cura della Basilica di Santa Maria Maggiore. Un grande ringraziamento, oltre al maestro Luciano Gritti e a tutti quelli che hanno contribuito al recupero dell’opera, a Fondazione Banca Popolare di Bergamo, per l’importante supporto. Infine, desidero rivolgere al pubblico l’invito a visitare gli ultimi mesi del ‘Cantiere Vivo’ del restauro del Coro dei Religiosi: vedere dal vivo il lavoro dei professionisti è un’occasione suggestiva, unica e irripetibile. Da non perdere».

Armando Santus, presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: «Fondazione Banca Popolare di Bergamo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, sostiene l’intervento di restauro del Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto in piena coerenza con la missione istituzionale tesa alla salvaguardia e protezione di pregevoli beni storici e culturali del territorio. Il Coro è sintesi perfetta e luminosa della storia dell’arte e della fede della comunità bergamasca: è collocato in Città Alta, cuore di Bergamo, nella Basilica di Santa Maria Maggiore che, insieme al Duomo, i bergamaschi considerano la loro casa. Inoltre, questo restauro è avvenuto con modalità innovative e partecipate che permettono di coinvolgere non solo i numerosi turisti in visita in città, ma anche i bergamaschi, i più giovani e gli studenti, in particolare, che rappresentano il futuro nostro e della nostra Bergamo».

Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo: «Questo intervento è un tassello importante nel grande progetto in corso in questi mesi in occasione dell’anno di Bergamo Brescia, Capitale Italiana della Cultura 2023. Ho detto tempo fa che ci stavamo preparando come se fossimo stati invitati a una grande festa e credo che quel che sta avvenendo in città e, in particolare, in Città Alta sia la dimostrazione che Bergamo ha deciso di presentarsi con il suo vestito migliore. Penso al centro Piacentiniano, ma anche a piazza Cittadella, ai lavori in corso in Casa Suardi e al museo archeologico, al complesso monumentale di Sant’Agostino e molto altro ancora. E anche questo gioiello aveva bisogno da tempo di un restauro. Il Comune ne è particolarmente felice, anche perché di questa basilica il Comune, forse non tutti lo sanno, è proprietario da secoli, da quando nel Quattrocento la Chiesa domandò un aiuto per conservarla e il Comune intervenì, affidandone la gestione alla Misericordia Maggiore che da allora, qui, è padrona di casa. Un grande ringraziamento, da parte mia, a tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato, a Fabio Bombardieri, a Giuseppe Epinati, ai componenti del direttivo della Fondazione MIA, e a Fondazione Banca Popolare di Bergamo per il suo importante supporto. Il Comune di Bergamo sta lavorando con la Soprintendenza per dare corso il prossimo anno a un altro importante intervento sulla basilica, ovvero il restauro delle pareti esterne dell’abside: proprio in questi ultimi mesi sono stati eseguiti cantieri pilota per decidere il miglior modo di intervenire su questo grande patrimonio della nostra città, in preparazione al cantiere del primo lotto che pensiamo di realizzare nell’arco del 2024».

Luca Rinaldi e Angelo Loda, Direttore generale e Responsabile settore storico-artistico Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia: «Quando il Ministero della Cultura scelse Bergamo e Brescia insieme come Capitale della Cultura per l’anno 2023 lo fece con il preciso intento, non solo di ricordare le sofferenze patite insieme da queste due province durante il biennio pandemico, ma anche di sottolineare quanto fosse unitario e condiviso il patrimonio storico e culturale che dai tempi della Dominante Serenissima collega le due realtà. E ciò sottendeva anche che nel 2023 si promuovessero eventi culturali atti a valorizzare un patrimonio culturale quanto mai ricco e variegato; eventi che fossero non solo di carattere espositivo, ma che riguardassero anche il restauro di beni mobili ed immobili per una corretta tutela e valorizzazione. E grandi restauri si stanno susseguendo in entrambe le province a partire da quello degli immensi teleri di Tiepolo per la Basilica di Verolanuova, proposto al pubblico a partire dal mese di febbraio con due piattaforme per una visione ravvicinata delle tele. L’odierna presentazione del restauro del coro ligneo di Giovanni Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto è tessera quanto mai significativa di questo variegato mosaico, non solo per l’indiscutibile valore del manufatto in sé all’interno della cornice di una delle chiese bergamasche più ricche di tesori d’arte e di fede, ma anche per le innovative metodologie condotte da Luciano Gritti e dalla sua équipe di lavoro, tali da restituire se non “all’antico splendore” come si è soliti dire, ma ad una leggibilità assai migliore le tarsie che nel corso dei secoli erano state più volte “aggiustate” in maniera spesso impropria”.

Corrado Benigni, presidente Commissione Cultura Fondazione MIA e curatore del volume “Lorenzo Lotto. Lettere”: “Sono molti i motivi per leggere questo epistolario. Innanzitutto, perché contiene una precisa relazione dei progressi del lavoro per la realizzazione dei disegni del Coro ligneo, ma anche perché questa corrispondenza si integra perfettamente con il processo creativo. Le immagini nel Coro lasciano trapelare anche enigmi non facilmente risolvibili. Va anche detto che Lotto teneva molto alle immagini che aveva ideato per questo progetto, tanto che non cessò mai di rinnovare le sue richieste di restituzione dei cartoni, temendo che qualcuno se ne appropriasse indebitamente. Aggiungo che, tra le righe della corrispondenza con i reggenti della Misericordia Maggiore, possiamo cogliere come Lotto muova il suo pensiero e il suo disappunto attraverso la scrittura, nelle sottigliezze delle espressioni verbali del suo tempo, nelle inflessioni dialettali. Le Lettere sono dunque un documento straordinario per comprendere la complessa personalità del maestro veneziano».