Svelato in piazza Giacomo Carrara il “Grande Cardinale in piedi” di Giacomo Manzù, opera donata da Fondazione Banca Popolare di Bergamo alla città di Bergamo

Il Grande Cardinale in piedi, una delle opere più significative di Giacomo Manzù, è stato svelato oggi in piazza Giacomo Carrara, dove trova la sua collocazione permanente.
L’imponente scultura in bronzo, realizzata tra il 1985 e il 1988, è stata donata alla Città di Bergamo, terra natale dell’artista, dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo – Ente Filantropico: un gesto di mecenatismo che restituisce alla comunità bergamasca uno dei capolavori più intensi del maestro, collocandolo nel cuore del distretto culturale che unisce Accademia Carrara, GAMeC e Museo Diocesano Adriano Bernareggi.

Acquistata dagli eredi Manzù, l’opera proviene da Ardea (Roma), dove lo scultore visse gli ultimi anni della sua vita. È stata collocata nell’area verde lungo il margine sinistro della piazza, tra le sedute esistenti e in prossimità del percorso pedonale principale. La posizione scelta consente una fruizione diretta e raccolta dell’opera, senza compromettere le visuali prospettiche verso l’Accademia Carrara né interferire con i flussi di attraversamento della piazza.

La scelta di questa collocazione valorizza un luogo simbolico, punto d’incontro tra arte classica e moderna, offrendo a cittadini e visitatori l’occasione di ammirare da vicino una delle creazioni più maestose e intense di Manzù.

La cerimonia di svelamento e di consegna simbolica alla città si è svolta alla presenza di Giulia Manzù, presidente della Fondazione Manzù e figlia dell’artista, della sindaca di Bergamo Elena Carnevali, dell’assessore alla Cultura Sergio Gandi e dell’assessore alla Rigenerazione Urbana Francesco Valesini, insieme al presidente della Fondazione Banca Popolare di Bergamo – EF Armando Santus.

UNA NUOVA TAPPA PER MANZÙ A BERGAMO

Il Grande Cardinale in piedi (1985–1988, fusione in bronzo) rappresenta una figura monumentale, alta oltre tre metri, avvolta in un piviale stilizzato e con la mitra sul capo. Appartiene alla celebre serie di cardinali e vescovi che Manzù iniziò a scolpire alla fine degli anni Trenta, trasformando l’esperienza diretta della liturgia romana in un ciclo che l’avrebbe accompagnato per tutta la vita. Quest’opera, in particolare, fu realizzata negli ultimi anni di attività dello scultore (1985–1988). Secondo le ricerche di Barbara Cinelli – storica dell’arte ed esperta di Giacomo Manzù, curatrice del primo catalogo digitale dedicato all’artista –, la scultura nacque dall’assemblaggio – tramite saldature e successiva patinatura – di porzioni fuse dall’artista nella sua fonderia di Campo del Fico. Rimasta a lungo presso gli eredi, oggi arriva nella città natale di Manzù, in una collocazione che ne valorizza il significato artistico e simbolico.

Con questa donazione, Bergamo arricchisce ulteriormente il proprio “museo diffuso” dedicato a Manzù, che già annovera opere come il Monumento al Partigiano in piazza Giacomo Matteotti, gli Amanti nel cortile della GAMeC e il Cardinale nei giardini del Palazzo della Provincia.

Giulia Manzù, figlia dell’artista: “Negli ultimi anni è stata mia intenzione costante riannodare i fili delle radici che legano a Bergamo la figura di mio padre. È dunque con molto orgoglio che con mio fratello Mileto possiamo oggi vedere in un luogo simbolico, tra l’Accademia Carrara e la Galleria d’Arte Moderna, il Grande Cardinale di Giacomo Manzù. Grazie alla donazione di Fondazione Banca Popolare di Bergamo il Grande Cardinale esce dall’atelier di Ardea, dove i miei genitori l’hanno custodito per molti anni, e diviene il simbolo tangibile di un rinnovato legame tra l’artista e la sua città”.

Elena Carnevali, sindaca di Bergamo: “Per la città di Bergamo, il Grande Cardinale in piedi di Giacomo Manzù rappresenta un dono particolarmente prezioso, non solo per il valore artistico intrinseco dell’opera, ma anche per la sua forza evocativa, che continua a parlarci della dimensione interiore dell’essere umano, del potere e della spiritualità. Ringrazio la Fondazione Banca Popolare di Bergamo – EF, il Consiglio di Amministrazione e il suo Presidente Armando Santus per aver consegnato alla città un’opera straordinaria di uno dei massimi interpreti dell’arte del Novecento, che si inserisce pienamente nel percorso a cielo aperto delle sculture di Giacomo Manzù già presenti in diversi luoghi pubblici della nostra città. La collocazione del Grande Cardinale in piedi in piazza Giacomo Carrara porta l’arte nel tessuto vivo della città, permettendole di parlare ogni giorno a pubblici diversi, in un’area che si configura sempre più come luogo di connessione tra cultura e natura. L’Amministrazione comunale crede, e oggi lo riconferma, nel ruolo dell’arte come leva di rigenerazione urbana e culturale, capace di dare nuova vita agli spazi pubblici e rafforzare l’identità della nostra città come luogo in cui la cultura è parte integrante del vivere quotidiano”.

Armando Santus, presidente di Fondazione Banca Popolare di Bergamo – EF: “Desideriamo offrire alla città non solo una grande opera d’arte, ma anche un segno di riconoscenza verso il luogo da cui tutto è cominciato. L’Accademia Carrara rappresenta infatti il punto sorgivo di ogni successivo sviluppo artistico dentro la nostra comunità: senza la Carrara non ci sarebbero stati né Giacomo Manzù né, più tardi, la GAMeC. La collocazione in piazza Carrara è una scelta felice, decisa insieme al Comune di Bergamo, che ringrazio per la collaborazione e la sensibilità dimostrata. È il luogo ideale per illuminare le radici stesse della nostra storia artistica e mettere in dialogo l’arte classica con quella moderna e contemporanea. Con il “Grande Cardinale in piedi” si rinsalda ancora di più il legame tra Manzù e la sua città. Un legame che continuerà a crescere nel tempo: più passano gli anni, più emergono le radici e il ricordo che ci restituiscono la forza di superare anche i momenti di difficoltà, riconoscendo nella bellezza e nell’arte una forma di fiducia condivisa nella nostra comunità”.

Sergio Gandi, assessore alla cultura “Oggi Bergamo celebra un momento di profondo significato civico e culturale. Con lo svelamento del Grande Cardinale in piedi di Giacomo Manzù, dono generoso della Fondazione Banca Popolare di Bergamo alla città, rendiamo infatti omaggio ad un artista che con la sua opera ha saputo dare forma universale all’anima della nostra terra. Collocata nel cuore di un distretto che unisce le più importanti istituzioni artistiche della città, il Grande Cardinale in piedi si offre così allo sguardo di tutti come simbolo di bellezza e di interiorità, come invito a sostare, a contemplare, a ritrovare, nella forza silenziosa del bronzo e nella verticalità assorta della figura, un messaggio di dignità e di umanità che parla a ciascuno di noi. Bergamo accoglie il Grande Cardinale in piedi come un nuovo custode della propria anima culturale, un punto di riferimento che testimonia la grandezza dell’artista e, insieme, la volontà collettiva di rendere l’arte accessibile, quotidiana, condivisa.” 

SCHEDA TECNICA DELL’OPERA

Titolo: Grande Cardinale in piedi
Autore: Giacomo Manzù (Bergamo, 1908 – Ardea, 1991)
Datazione: 1985–1988
Materiale: Fusione in bronzo
Dimensioni: h. 325 cm (senza basamento)

Il “Grande Cardinale in piedi” appartiene alla celebre serie di cardinali e vescovi che accompagnò l’attività di Manzù per oltre cinquant’anni. Realizzata negli ultimi anni della sua carriera, l’opera fu ottenuta dall’assemblaggio di porzioni fuse dall’artista nella sua fonderia di Campo del Fico, successivamente unite tramite saldature e patinate per conferire alla superficie una cromia variegata, dai toni verde scuro al grigio-biancastro. Rimasta a lungo presso gli eredi, è oggi donata alla città di Bergamo da Fondazione Banca Popolare di Bergamo – EF, che la colloca in piazza Carrara, luogo simbolico di dialogo tra arte classica e moderna.

Cinque opere dell’Accademia Carrara restaurate ‘sotto gli occhi’ degli studenti dell’Istituto d’Arte Applicata “Andrea Fantoni” di Bergamo.

Fondazione Banca Popolare di Bergamo sostiene il progetto di conservazione e di formazione al restauro di cinque opere della Fondazione Accademia Carrara, che vede coinvolti anche gli studenti della Scuola d’Arte Applicata “Andrea Fantoni” di Bergamo.

IL RESTAURO CONSERVATIVO DI SEI OLI SU TELA

L’iniziativa, promossa da Fondazione Banca Popolare di Bergamo e sostenuta dalla stessa attraverso un finanziamento di circa 40mila euro, ha una durata prevista di tre anni – dal 2023 al 2025 –, e si concentra su un nucleo di sei opere che rivestono un significato particolare, per le loro caratteristiche e perché costituiscono casi di studio particolarmente rappresentativi. Si tratta di cinque oli su tela dipinti in un arco temporale che va dal XVI al XIX secolo: Giovanni Busi detto Cariani, Cristo e l’adultera, copia da Tiziano; Giovan Battista Moroni, Ritratto di gentiluomo; Enea Salmeggia, S. Domneone; Anton van Dyck, copia da, Compianto su Cristo morto; Costantino Rosa, Scorci montani delle valli bergamasche. Tutte le opere, selezionate dalla Fondazione Accademia Carrara, saranno oggetto di un intervento di restauro conservativo articolato in diverse fasi: verrà individuato un professionista che sarà invitato a redigere una relazione tecnica sulle opere – comprensiva di eventuali analisi non invasive che ne accertino tutti gli elementi costitutivi, dalla tecnica al supporto alla documentazione fotografica – e un progetto di restauro da sottoporre alla valutazione e approvazione da parte della Soprintendenza. Ad una ricerca di carattere storico-artistico – coordinata dal responsabile dell’Ufficio Conservatori dell’Accademia Carrara e condotta con l’obiettivo di inquadrare le opere nel contesto culturale di cui sono espressione – seguirà l’intervento conservativo vero e proprio eseguito da professionisti restauratori.

PROFESSIONISTI DEL RESTAURO E STUDENTI, INSIEME

All’intero percorso prenderanno parte anche alcuni studenti della Scuola d’Arte Applicata “Andrea Fantoni” di Bergamo, con cui l’Accademia Carrara intrattiene da tempo un solido rapporto in linea con la grande attenzione che il fondatore Giacomo Carrara dedicava ai giovani e alla loro formazione: è, questa, un’occasione per osservare da vicino – senza ruoli operativi, che richiedono una più solida preparazione ed esperienza – non solo l’intervento diretto ma anche tutta la fase preparatoria, di studio e di diagnostica dello stato di conservazione delle opere. Si tratta, per aspiranti operatori nel campo del restauro di opere d’arte, di un primo ma significativo approccio al mestiere del restauratore – sempre più caratterizzato da competenze scientifiche e dalla presenza di strumentazione tecnologica avanzata –, utile dunque a rendere più consapevoli le scelte formative future degli studenti.

Armando Santus, Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: «Il territorio bergamasco – e nello specifico l’Accademia Carrara – possiede un patrimonio d’arte di altissima qualità, che non solo va tutelato ma reso pienamente fruibile nel tempo. Ecco perché la Fondazione Banca Popolare, in linea con l’impegno per la tutela del patrimonio artistico e storico locale che da sempre la anima, ha deciso non solo di sostenere un intervento di restauro, ma di rendere tale processo aperto ai giovani che si stanno formando nel campo della conservazione. Crediamo che si tratti di un’occasione importante per accrescere consapevolezza e competenze delle generazioni a cui spetterà il compito di portare avanti il lavoro di valorizzazione delle nostre bellezze artistiche. Il progetto durerà tre anni, un tempo utile anche per raccogliere i primi frutti di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023».

Maria Cristina Rodeschini, Direttrice Fondazione Accademia Carrara: «Il progetto triennale mette in relazione la Fondazione Banca Popolare di Bergamo, la Fondazione Accademia Carrara e la Scuola d’Arte Applicata “Andrea Fantoni” secondo una modalità di cooperazione ricca di significato. L’affiancamento di giovani allievi ai professionisti, affinché possano assistere alle diverse fasi di un processo complesso quale è il restauro di un’opera d’arte, non può che essere considerato come un vero e proprio laboratorio di studio per giovani interessati a conoscere meglio le coordinate di una professione, quella del restauratore, grandemente attrattiva ma anche difficilmente praticabile per chi non dispone di competenze specifiche. Ci sono tutte le premesse per la buona riuscita della collaborazione tra la Carrara, che insieme ai restauratori che operano sul suo patrimonio offre un’opportunità di conoscenza, e la Fondazione Banca Popolare di Bergamo, che non solo ha stimolato tale progettualità, ma le assicura anche un futuro sostenendola per tre annualità consecutive».

Antonio Parimbelli, Presidente Scuola d’Arte Andrea Fantoni: «Nostro obiettivo è da sempre favorire attraverso la formazione di alto livello la crescita culturale e professionale, in particolare nel settore artistico e dei Beni Culturali, così come promuovere il positivo inserimento della persona nel mondo del lavoro e nella società. In una Scuola d’Arte è importante capire che salvare il bello significa salvare l’opera dell’ingegno dell’uomo e dunque il progresso da esso compiuto. Questa iniziativa rinnova il nostro dialogo con il territorio con il quale siamo legati grazie alle relazioni anche con altre istituzioni quali ad esempio la Diocesi, le Parrocchie, la Soprintendenza. Grazie al sostegno della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, questo progetto ci consente di rinnovare il rapporto tra la Scuola Fantoni e l’Accademia Carrara, l’istituzione più prestigiosa in campo artistico della città, con la quale nel contesto del Corso di Tecnico del Restauro, avevamo già collaborato. Siamo felici che questa nuova iniziativa possa coinvolgere per il primo anno i ragazzi del Liceo Artistico, sarà infatti per loro occasione irripetibile di stimolo e di formazione; altrettanto sarà momento qualificante per gli allievi del triennale Corso di Tecnico del Restauro. Operare su beni reali al fianco di professionisti è proprio una delle caratteristiche qualificanti di tale Corso di studi. Dal 1999, in oltre 20 anni, i nostri studenti si sono misurati a contatto con opere d’arte di istituzioni laiche e religiose del territorio al servizio del vasto patrimonio della nostra provincia».