Terminato il restauro del grande dipinto ‘Apostoli intorno al sepolcro vuoto e colmo di fiori della Madonna’ di Camillo Procaccini, nella Basilica di Santa Maria Maggiore

Torna a splendere il grande dipinto di Camillo Procaccini Apostoli intorno al sepolcro vuoto e colmo di fiori della Madonna (olio su tela, cm 880×380), dopo un importante intervento di restauro promosso da Fondazione MIA con il contributo di Fondazione Banca Popolare di Bergamo.

L’opera, realizzata alla fine del Cinquecento, impreziosisce la parete absidale della Basilica di Santa Maria Maggiore, al di sopra del Coro dei Laici intagliato da Giovanbattista Capoferri su disegno di Lorenzo Lotto, anche quest’ultimo oggetto di un monumentale restauro, concluso in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. Un ulteriore e fondamentale tassello che si aggiunge all’ampio piano di valorizzazione del prezioso monumento, che vede anche il recupero delle vetrate con ripristino e automazione dei tendaggi dell’abside.

I lavori sul dipinto di Camillo Procaccini, avviati nel marzo 2024, sono stati eseguiti dallo studio bergamasco Sesti Restauri di Delfina Fagnani, già intervenuto su altre opere di Camillo Procaccini: Madonna con Bambino in trono tra i SS. Pietro e Antonio Abate e Angeli Santi (olio su tela, cm 300×190, Basilica di San Marco, deposito dalla Pinacoteca di Brera, Milano) e Santa Veronica (olio su tavola, cm 271×150, Certosa di Pavia).

Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha contribuito al restauro con un contributo di 35 mila euro, a fronte di un investimento totale di 73 mila euro.

La grande tela, realizzata alla fine del Cinquecento, raffigura gli apostoli, avvolti da abbondanti e plastici panneggi, raccolti intorno al sepolcro vuoto di Maria. Secondo la tradizione cristiana la Vergine non sarebbe morta ma, dopo essersi addormentata, sarebbe stata assunta in Cielo in anima e corpo. L’Assunzione in cielo di Maria, a cui è dedicata la Basilica e celebrata il 15 agosto, è una delle solennità (insieme a quella dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre), che richiama il maggior numero di fedeli bergamaschi nella Basilica, edificata in epoca medievale.

LA STORIA E IL RESTAURO

La tela di Camillo Procaccini raffigurante Apostoli intorno al sepolcro vuoto e colmo di fiori della Madonna viene restituita ad un ritrovato splendore grazie a un restauro che ha unito conservazione e conoscenza del processo creativo dell’artista.

Dipinto a fine Cinquecento nel momento di massimo successo dell’artista emiliano a Milano – dove stava lavorando anche alle ante degli organi del Duomo – il grande telero bergamasco fu affidato a Camillo Procaccini su incarico dei Reggenti della Misericordia Maggiore, che lo vollero quale “miglior pittore della città”. L’opera, pensata in dialogo con l’Assunta affrescata due anni prima da Giovan Paolo Cavagna nella parte superiore dell’abside, rappresenta un esempio straordinario della moderna riforma di stile di cui Camillo Procaccini fu promotore, e che guiderà molti artisti lombardi di primo Seicento.

Il tempo non è stato clemente con questo capolavoro: nel corso dei secoli sul telero – originariamente privo di telaio di sostegno e inchiodato direttamente al muro su fasce lignee – sono stati ripetutamente affrontati problemi sia strutturali che estetici: a tutt’oggi l’ultimo rintelo (Fumagalli, 1851) garantisce l’adesione degli strati pittorici alla tela, seppur denunciando deformazioni e rilasciamenti tessili; mentre l’intero manto pittorico era gravato da pesanti strati polverosi, imbrunimenti di vecchi protettivi e diffusissimi e sovrapposti ritocchi pittorici precedenti (ultimo Steffanoni, 1958) che risarcivano numerosi tagli e lacerazioni.

Per il recente restauro, condotto senza la possibilità di smontare l’opera dalla parete, si sono adottate strategie funzionali all’azione diretta sul fronte dell’opera, che hanno previsto anche l’utilizzo di piccole tavole a bassa pressione al fine di migliorare il grado di tensione delle tele ed attenuare le deformazioni presenti. In seguito ad un’ampia campagna diagnostica finalizzata alla conoscenza dello stato di conservazione e della tecnica esecutiva, le graduali fasi di pulitura del manto pittorico – concordate con il Soprintendente di Brescia Angelo Loda – hanno fatto riaffiorare non solo la brillantezza dei colori originali ma anche particolari salienti riguardanti la revisione di un apostolo inginocchiato e di un intrigante volto di un dodicesimo apostolo, riscontrabili peraltro in due disegni preparatori dell’artista oggi conservati rispettivamente in un museo di Cleveland e uno di Berlino.

Riaperto il sipario sulle potenti e sfolgoranti cromie originali, sono riemersi i danni provocati non solo dalle numerosissime perdite di colore ma anche da significative abrasioni e colature pregresse che, sempre in stretto dialogo con la Direzione lavori, sono state progressivamente risarcite pittoricamente riconferendo unità di lettura al racconto dell’artista.

Il restauro ha così restituito non solo un capolavoro alla sua città, ma anche uno spaccato vivo e pulsante della pittura del primo Seicento lombardo, riportando alla luce l’intensità cromatica e il linguaggio innovativo di uno dei suoi grandi protagonisti.

UN’OPERA RITROVATA, UNA SERATA PER COMPRENDERLA

Dopo il restauro, un’occasione per approfondire il significato artistico e religioso del grande dipinto di Camillo Procaccini nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Martedì 20 maggio 2025 alle ore 20.30, il priore don Gilberto Sessantini e la restauratrice Delfina Fagnani dialogano sul tema Apostoli intorno al sepolcro vuoto e colmo di fiori della Madonna di Camillo Procaccini: l’assunzione di Maria tra dogma ed estetica.

La serata, aperta alla cittadinanza, è ad ingresso libero e gratuito.

LE DICHIARAZIONI

Fabio Bombardieri presidente Fondazione MIA: “Il restauro si inserisce in un ampio progetto di recupero del prezioso patrimonio della Basilica di Santa Maria Maggiore, che la Fondazione sta attuando e che vedrà numerosi interventi volti alla valorizzazione di questo luogo, per la promozione della cultura e del territorio. Dopo l’imponente recupero del Coro ligneo di Lotto e Capoferri, ritorna alla sua originaria bellezza il grande dipinto di Camillo Procaccini che segue la forma concava dell’abside e che, oggi, rinnovato, esalta ulteriormente la magnificenza e la solennità di questo luogo della Basilica. Un ringraziamento a Fondazione Banca Popolare di Bergamo, che non fa mai mancare il suo supporto per la cura della Basilica, alla restauratrice Fagnani e al Soprintendente di Brescia, Angelo Loda, per aver eseguito e seguito con rigore professionale e grande passione il restauro di questo capolavoro dell’arte”.

Elena Carnevali sindaca Comune di Bergamo: “Sono molto riconoscente per l’attenzione e la cura che Fondazione MIA dedica alla Basilica di Santa Maria Maggiore, luogo simbolico e identitario della nostra città, custodito con competenza e responsabilità. Questo nuovo intervento sul dipinto di Camillo Procaccini si inserisce in un percorso di valorizzazione che sta restituendo alla “Cappella della Città” la sua piena bellezza. Un ringraziamento speciale va anche alla Fondazione Banca Popolare di Bergamo, che ancora una volta ha scelto di accompagnare con generosità questo impegno, confermando un legame profondo con la città e il suo patrimonio. Desidero infine esprimere gratitudine alla restauratrice Delfina Fagnani e al soprintendente Angelo Loda, con i quali si conferma una collaborazione solida e proficua: il loro lavoro, sempre rigoroso e appassionato, è un valore per tutta la comunità. Investire nella conservazione e nella valorizzazione della nostra storia è un modo autentico di guardare al futuro”.

Armando Santus presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: “Resta alta l’attenzione della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, insieme a Intesa Sanpaolo, per la Basilica di Santa Maria Maggiore, autentico scrigno d’arte nel cuore di Città Alta. Il restauro del grande dipinto di Camillo Procaccini non rappresenta solo un intervento dal valore artistico in sé, volto a restituire alla tela la luminosità originaria delle sue pitture, ma si inserisce in un più ampio progetto di valorizzazione dello spazio absidale della chiesa, che ha già visto il recente restauro del Coro. Si tratta di opere diverse, ma tra loro collegate, che permettono ai visitatori di approfondire sempre di più la conoscenza dell’arte e della storia della Basilica, e quindi della città di Bergamo”.

Delfina Fagnani Sesti Restauri: “È sempre una preziosissima occasione di studio e conoscenza poter operare su manufatti di così alto valore artistico, sono quindi grata per la fiducia e la generosità riservatemi dalle Fondazioni MIA e Banca Popolare di Bergamo. Contribuire con i nostri interventi – in stretto dialogo con la Soprintendenza – alla sopravvivenza fisica ed estetica dei beni che costituiscono le nostre memorie comporta un costante senso di responsabilità, del quale, nonostante la quarantennale esperienza, continuo a sentire il peso in ogni anche minima fase e decisione operativa finalizzata al recupero conservativo e della capacità dell’opera di tornare a trasmettere interamente il proprio messaggio, e nel caso di questo racconto “dimezzato” degli Apostoli intorno al sepolcro vuoto di Maria, gli effettivi intenti pittorici del grande artista parmense”.

Il dipinto “Papa Giovanni XXIII” di Yan Pei-Ming all’Ospedale di Bergamo per altri dieci anni. Rinnovato l’accordo con Intesa Sanpaolo e svelata la nuova targa realizzata dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo

È stato rinnovato oggi l’accordo tra ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Intesa Sanpaolo per l’esposizione in Hospital Street del ritratto “Papa Giovanni XXIII” dell’artista franco-cinese Yan Pei-Ming. All’incontro, svoltosi alla presenza di autorità e personale ospedaliero, presso l’Auditorium “Lucio Parenzan” dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, sono intervenuti Francesco Locati, Direttore Generale ASST Papa Giovanni XXIII, Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni storici Intesa Sanpaolo, Armando Santus presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo, don Mario Carminati, Vicario Episcopale agli Affari economici e Claudia Terzi, Assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche Regione Lombardia. A sigillo di questa importante proroga, testimonianza del consolidato legame tra sanità, gruppi bancari e cultura, è stata svelata la nuova targa realizzata dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo a corredo al dipinto, che è esposto in Hospital Street, nei pressi dell’ingresso principale, di fronte alla Torre 4.

«Desidero esprimere il nostro più sentito ringraziamento a Intesa Sanpaolo – ha sottolineato Francesco Locati, Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo – per aver deciso di prolungare la concessione in comodato gratuito all’Ospedale di Bergamo di questa opera d’arte monumentale, che riesce a mescolare tradizione cinese e influenze artistiche occidentali, unendo storia e contemporaneità. Ringrazio anche la Fondazione Banca Popolare di Bergamo per aver promosso il rinnovo dell’accordo. Un ringraziamento speciale anche a Stefano Barrese che ha scelto di venire a vedere di persona l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e incontrare i nostri operatori, le principali autorità cittadine, amici e sostenitori della nostra azienda. Questo gesto rappresenta una generosa collaborazione e un’importante testimonianza di vicinanza e sostegno del nostro ospedale. Il ritratto rappresenta i valori di umanità, speranza e solidarietà che guidano ogni nostra azione».

Ha dichiarato Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo: “Essere qui oggi per noi è occasione per ribadire le nostre radici e la nostra vicinanza a questo territorio e alle sue eccellenze. Con l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e la Fondazione Banca Popolare di Bergamo condividiamo l’ orgoglio e la responsabilità di essere un’istituzione al servizio delle comunità locali e del Paese. La storica vocazione di Intesa Sanpaolo alle tematiche sociali e culturali e l’attenzione a questi valori si concretizza ogni giorno nel nostro modo di essere la banca di riferimento per famiglie e imprese creando un impatto positivo e inclusivo per lo sviluppo dei territori”.

Armando Santus, presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha detto: “Un’opera preziosa e coinvolgente, un segno di speranza, come il sentimento che trasmette il volto del Santo Papa Giovanni XIII in chi sosta ad ammirarla. Grazie a Banca Popolare di Bergamo prima e, oggi, ad Intesa Sanpaolo questo splendido dipinto resta nel posto migliore in cui potrebbe stare: l’Ospedale a cui è intitolato, un luogo di vita autentica, di cura e di attese. Sono riconoscente a Intesa Sanpaolo che si è resa disponibile, con attenzione e sensibilità, a garantire questa opportunità per tutta la comunità bergamasca, e non solo”.

Ha aggiunto don Mario Eugenio Carminati, Vicario Episcopale agli Affari economici della Diocesi di Bergamo: «Preziosa opera d’arte, preziosa immagine è quella che è stata ritratta, così come è preziosa la figura e l’opera del Papa Buono che sa ancora attrarre lo sguardo di chi non solo contempla la dimensione estetica, ma riesce ad intravedere “l’Oltre” al quale l’immagine rimanda. Non ci è difficile pensare che tanti non limitino lo sguardo al solo ritratto ma, attraverso questo, sappiano cogliere un timido tentativo di risposta ai grandi interrogati che soprattutto in un luogo come l’ospedale si sollevano. Lo sguardo buono di Papa Giovanni, ci dice che la bontà non solo è virtù da acquisire, ma stile di una vera umanità. Nell’ospedale la bontà si traduce e si rende visibile nel prendersi cura dell’uomo, segnato dalla fragilità della malattia e la cura ha le mille forme di chi professionalmente si preoccupa della medicina e delle conseguenti adatte terapie, come di chi visita e sostiene il malato con le proprie attenzioni. Non ultimo l’immagine stessa sarà capace di offrire quel po’ di sollievo anche a chi porta il peso, la fatica o la preoccupazione per la propria condizione di sofferenza. In un luogo cosi altamente qualificato per esprimere cura e bontà, ha pieno titolo di essere esposta l’immagine del Bergamasco Angelo Roncalli, Papa Giovanni, Papa Buono».

Claudia Terzi, Assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche Regione Lombardia, ha sottolineato: «L’incontro e l’accordo di oggi ci confermano quanto l’arte diventi cura. La cura per gli spazi si traduce nella cura per i pazienti, per le loro famiglie, per il personale sanitario che ogni giorno gravitano al Papa Giovanni. L’arte aiuta a vivere l’ospedale in modo diverso. A immergersi in un momento di bellezza, che può servire per avere uno sguardo altro verso la malattia e la degenza. L’arte si dimostra una medicina dell’anima, che distacca dal quotidiano e ci proietta verso una dimensione di pace interiore, contribuendo a rendere l’esperienza ospedaliera meno preoccupante e più rassicurante. A questo si aggiunge anche l’impegno di Regione Lombardia nel supportare le strutture ospedaliere e dotarle dei servizi adeguati a rispondere alle domande di cura e agevolare il personale sanitario per migliorarne le condizioni di lavoro».