I 150 anni del CAI di Bergamo

Il CAI – Club Alpino Italiano – di Bergamo compie 150 anni. Con le sue 18 sottosezioni in tutta la provincia e i suoi 10 mila tesserati è il più grande d’Italia, impegnato ad accompagnare e far conoscere l’ambiente montano ma anche a tutelare le Terre Alte, e a promuovere sostenibilità e solidarietà. Fondazione Banca Popolare di Bergamo è tra i partner che sostengono le iniziative del 150esimo anniversario, avviate ufficialmente nella serata di venerdì 3 gennaio 2023 al Teatro Sociale di Bergamo, in Città Alta.

IL CONCERTO DEL CORO DELLA S.A.T

Protagonista della serata il Coro della S.A.T. – Società degli alpinisti tridentini di Trento. La formazione ha proposto un repertorio di musica popolare di montagna spaziando attraverso l’intero arco alpino: da “El Caregheta” a “Su la più alta cima”, “Serafin” e “Fila fila” fino a veri e propri cult della tradizione come “La Montanara” e “Il Testamento del Capitano”, dedicata agli Alpini bergamaschi. Il Coro della S.A.T. è stato diretto nella prima parte dell’esibizione da Gianluca Zanolli, mentre nella seconda da Mauro Pedrotti. «Il CAI di Bergamo ha 150 anni ma non li dimostra, grazie a tante socie e soci. Non è questione di numeri, ma dell’impegno e della convinzione con cui seguiamo la linea tracciata dai padri fondatori», ha dichiarato il Presidente di sezione Paolo Valoti. Accanto a lui il presidente generale del CAI, Antonio Montani. Approfondisci l’attività del CAI di Bergamo e le iniziative per i 150 anni dalla sua fondazione sulle pagine Facebook, Instagram e Youtube della sezione. Tra i progetti più recenti, anche l’apertura del sentiero che dal lago di Lecco porta al lago di Garda, contributo del CAI a Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

FONDAZIONE BPB È PARTNER DELLE INIZIATIVE PER I 150 ANNI DEL CAI DI BERGAMO

Fondazione Banca Popolare di Bergamo è tra i partner che sostengono le iniziative legate ai 150 anni del CAI di Bergamo. Tra gli obiettivi statutari di Fondazione Bpb (scopri  tutti gli ambiti di intervento della Fondazione qui) c’è infatti la tutela e la valorizzazione dell’ambiente naturale bergamasco, un impegno a favore del territorio che passa dalla promozione della montagna e dal sostegno alle persone che vivono nelle Terre Alte: si tratta di luoghi di grande bellezza – che coprono una superficie importante della provincia -, in cui spesso abitare è difficile ma dove intenso è l’impegno per la sostenibilità. Alla solidarietà è legato anche il progetto del CAI di Bergamo di realizzare sull’altopiano della Bolivia «La casa della montagna», un centro di formazione aperto alla popolazione locale per lo sviluppo di professionalità legate al turismo di montagna, sul modello del Palamonti (a Bergamo, in via Pizzo della Presolana).

Campagna “2021 al lavoro”, il sostegno di Fondazione BPB per le Borse Lavoro ACLI

Borse Lavoro e percorsi che uniscono sostegno al reddito e formazione: sono stati presentati nei giorni scorsi i risultati di “2021 al lavoro!”, la campagna delle Acli di Bergamo avviata nel dicembre 2020, in piena pandemia, e rivolta ai soggetti ai margini del mercato del lavoro.

«Quando ci siamo seduti a progettare questa iniziativa ci siamo chiesti: perché promuovere una campagna sul lavoro a Bergamo dove il tasso di disoccupazione è inferiore a quello nazionale? – dichiara Daniele Rocchetti, presidente delle Acli di Bergamo -. Servono organizzazioni capaci non solo di stare ma di decifrare il territorio. Servono antenne e serve profondità. I maxi poli logistici che prolificano nella Bassa bergamasca ci raccontano, con brutalità, come sta cambiando il lavoro: un cambiamento profondo che va guardato e studiato in modo approfondito. Il cattolicesimo sociale – l’alveo dal quale siamo nati – ha sempre saldato insieme pensiero e azione, riflessione e progetto. Soprattutto sul tema del lavoro. Perché se è vero, come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione, che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, oggi più che mai è legittimo dire che è il “lavoro che fonda l’Italia”. Senza un’occupazione non c’è reddito. Ma svapora anche la dignità della persona. E si lacera il tessuto sociale. E di questo ci siamo voluti prendere carico».

La campagna ha permesso di raccogliere ad oggi più di 80 mila euro. Da fonti diverse: dai circoli Acli, da accordi con i Comuni, da diverse fondazioni, tra cui la Fondazione Banca Popolare di Bergamo.

«Abbiamo aderito all’iniziativa di Acli– afferma Armando Santus, presidente della Fondazione Banca Popolare di Bergamo – che ha già portato all’attivazione di Borse a sostegno di persone ai margini del mercato del lavoro, perché ne abbiamo colto il valore e soprattutto l’urgenza. Anche nella nostra provincia, infatti, crescono le disuguaglianze tra i lavoratori: non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto a causa del fatto che moltissimi, dopo aver perso la propria occupazione, non possiedono gli strumenti e le competenze utili a favorire un reinserimento. Per questo è particolarmente importante l’approccio delle Borse Lavoro, che unisce sostegno al reddito e formazione attraverso percorsi individualizzati e monitorati. In particolare, ci preoccupa il fenomeno dei cosiddetti NEET – i giovani che non studiano, non sono impegnati in percorsi di formazione e neppure lavorano –, pericolosamente crescente anche nella nostra provincia. Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha sempre rivolto un’attenzione particolare alle persone e all’intera comunità: crediamo che a chi si trova, di fatto, a forte rischio emarginazione, giovani in particolare, vada offerta un’opportunità di riscatto. Allo stesso tempo, supportare questa fase particolarmente delicata della vita, e cioè quella della ricerca di un’occupazione, contribuisce ad evitare l’insorgere di più ampie forme di vulnerabilità e, dunque, a rendere più forte il tessuto sociale del nostro territorio».

Si tratta di una azione territoriale ancora in corso.

«La nostra gratitudine nei confronti della Fondazione è profonda – afferma Roberto Cesa, coordinatore di Acli Rete Lavoro -. Il loro importante sostegno economico ci ha permesso di dare il la a questo progetto, che ora è già un servizio che mettiamo a disposizione delle decine di disoccupati che si presentano agli sportelli Acli Rete Lavoro. Nella fattispecie destiniamo le borse lavoro all’utenza più fragile che intercettiamo, tagliata fuori dal mercato a causa di barriere linguistiche, familiari o per via di curricula troppo ‘leggeri’. Abbiamo destinato le risorse stanziate dalla Fondazione prevalentemente sullo sportello lavoro di Bergamo, riuscendo così ad attivare otto borse lavoro: sei concluse (cinque con successo, mentre una persona è ancora in cerca di occupazione) e due ancora in corso (una attualmente in tirocinio, l’altra impegnata in un corso professionalizzante per diventare OSS)».