Giovani con disturbi dello spettro autistico grave: Fondazione Bpb sostiene il progetto ‘Una casa per TE’, a Grumello del Monte

Fondazione Banca Popolare di Bergamo sostiene il progetto ‘Una Casa per TE’, dell’Istituto delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo, dedicato all’accoglienza di persone con disabilità fisica e intellettiva – di cui molte con disturbi dello spettro autistico – presso la RSD (Residenza Sanitaria per Disabili) di Grumello del Monte, nella provincia di Bergamo. Destinatari di ‘Una Casa per TE’ sono attualmente 29 giovani (18-40 anni), tra cui persone con disturbi dello spettro autistico che manifestano problemi di carattere comportamentale accentuati e ragazzi/e con diversi disturbi dello sviluppo, tutti già residenti all’interno della struttura. Si tratta di persone con esigenze di tipo fisico, relazionale, motorio molto particolari, per cui è necessario identificare e progettare per loro ambienti ad hoc (spazi iper/ipo stimolanti e più o meno strutturati), capaci di rispondere alle loro esigenze esplorative in un contesto privo di pericoli e di rischi.

Grazie al contributo, pari a 25 mila euro, di Fondazione Banca Popolare di Bergamo, la struttura sarà dotata di una stanza “Snoezelen” e cioè multisensoriale. Si tratta di un importante strumento terapeutico per calmare gli stati di agitazione o spronare l’esplorazione attraverso la stimolazione controllata dei cinque sensi con effetti luminosi o la riproduzione di diversi colori, suoni, musiche e profumi.

L’ISTITUTO DELLE SUORE DELLE POVERELLE-ISTITUTO PALAZZOLO

L’Istituto delle Suore delle Poverelle-Istituto Palazzolo è presente a Grumello del Monte dagli anni ’20 del 1900. Sulle orme del fondatore San Luigi Palazzolo, che intendeva operare “dove altri non giunge” e di cercare di rispondere concretamente a bisogni non coperti, l’operato all’interno della Casa si è modificato nel tempo cercando di intervenire in maniera competente e adeguata a richieste sempre più diversificate e complesse. Negli ultimi dieci anni, in particolare, l’Istituto ha visto aumentare le richieste di accoglienza da parte di familiari di persone con disabilità: ad oggi c’è una lista di attesa di 80 persone, di cui molte con disturbi dello spettro autistico. È da qui che è nata l’idea di ‘Una Casa per TE’, che si pone l’obiettivo di rispondere adeguatamente a questo crescente bisogno riorganizzando l’intera struttura di Grumello del Monte, dotandola di spazi dedicati all’accoglienza e alla promozione del benessere di giovani – ragazze e ragazzi – con disturbi dello spettro autistico e disturbi generalizzati dello sviluppo. Un investimento importate per l’Istituto che continua ad essere supportato da Fondazione Banca Popolare di Bergamo, che recentemente ha promosso anche il progetto del laboratorio di sartoria dedicato alle donne vittime di violenza accolte nelle diverse case dell’Istituto Palazzolo, e pronte ad affrontare percorsi di autonomia di vita e professionale.

LE DICHIARAZIONI

Armando Santus, Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: «Quello che sosteniamo con questo contributo – in uno degli ambiti di intervento principali della Fondazione, quello socioassistenziale –, è un progetto particolarmente rilevante perché rivolto a persone bisognose di un supporto specifico, difficilmente disponibile altrove, a cui grazie alla riorganizzazione delle strutture dell’Istituto Palazzolo è possibile ora fornire un servizio innovativo e di alta qualità. Il finanziamento della Fondazione sostiene così l’alta professionalità degli operatori e la dedizione delle Suore Poverelle, che continuiamo ad affiancare nel rispondere ai bisogni delle persone più fragili».

Suor Annamaria Remondi, Responsabile della Casa: «Questa donazione aiuta la nostra casa di Grumello ad essere un luogo bello e rispondente ai bisogni speciali delle persone che accogliamo. Il nostro Fondatore San Luigi Palazzolo diceva “li tengo come figli”, riferendosi alle tante persone bisognose che aiutava. Grazie alla presenza concreta e generosa di Fondazione Banca Popolare di Bergamo possiamo far sì che queste parole diventino attuali e reali anche oggi».

Doppio intervento di Fondazione Banca Popolare di Bergamo per donne vittime di violenza e a tutela della vita

Fondazione Banca Popolare di Bergamo finanzia un duplice intervento per le donne di città e provincia vittime di violenza e a tutela della vita.

Il primo finanziamento, di 20 mila euro, è indirizzato all’Istituto delle Suore Poverelle – Istituto Palazzolo di Bergamo, come contributo finalizzato alla creazione di un laboratorio di sartoria che coinvolge alcune donne vittime di violenza accolte nelle diverse case dell’Istituto Palazzolo, e pronte ad affrontare percorsi di autonomia professionale: il laboratorio – supervisionato dalle figure che già le accompagnano, e affidato alle mani di una sarta professionista – si propone di attivare concretamente nelle donne ospiti scoperta, riscoperta, potenziamento e sviluppo delle proprie risorse, capacità e attitudini – tra cui, appunto, la cura e il gusto per gli abiti attraverso l’apprendimento delle basi del cucito e del ricamo utili a realizzare diversi tipi di prodotti di sartoria –, e di supportare lo sviluppo di competenze professionali da spendere sul mercato. La valorizzazione delle competenze delle donne, inserita in percorsi di autonomia e di accesso al lavoro, garantisce così migliori risultati nei percorsi di uscita dalla violenza e di reinserimento sociale.

Altri 20 mila euro sono stati poi destinati a tre sedi del Centro di Aiuto alla Vita – Bergamo, Alzano Lombardo e Seriate –, per l’attività di assistenza a donne in attesa in condizioni di grave difficoltà.

Sara Modora, coordinatrice di Casa Sofia – Comunità Istituto delle Suore Poverelle – Istituto Palazzolo di Bergamo: “Una violenza toglie l’ossigeno alla vita, fa sentire una donna inadeguata, inutile. Uscire dalla violenza significa per le nostre ospiti tornare a credere in sé stesse: il lavoro è un tassello fondamentale di questo percorso perché dà loro una prospettiva di futuro, mostra che hanno potenzialità da spendere, che possono essere autonome e uscire da una situazione di dipendenza da un uomo violento. È l’idea che sta alla base del nostro laboratorio di sartoria, organizzato per la prima volta ma che raccoglie una tradizione preziosa delle Suore Poverelle di Bergamo. Sta avendo già molto successo, abbiamo ricevuto anche le prime, piccole commesse. Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha dato una grossa mano a questo progetto, non solo a sostegno delle spese legate alla sistemazione dello spazio, agli strumenti di lavoro e ai materiali, ma soprattutto perché è grazie a questo contributo che abbiamo potuto avere a disposizione la figura di una sarta esperta in grado di trasferire alle nostre ospiti una professionalità e delle competenze spendibili nel mercato del lavoro, insomma di insegnare loro un mestiere”.

Armando Santus, presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: “Finanziamo due progetti legati tra loro dal filo comune della solidarietà e della difesa del valore della vita, iniziative di vero e proprio servizio alla vita quando questa attraversa momenti particolarmente delicati. Quelle che andiamo a sostenere – in uno degli ambiti di intervento principali della Fondazione, quello socioassistenziale –, sono realtà che aiutano le donne a ripartire – dopo aver subito episodi di violenza – o a recuperare la fiducia nei propri mezzi – nel caso di donne in gravidanza che si trovano in situazioni di difficoltà economica. In entrambi i casi, tuttavia, sostenere situazioni di fragilità non aiuta solo la donna che ne è temporaneamente coinvolta, ma contribuisce anche a rafforzare la rete familiare che la circonda e più in generale il tessuto sociale in cui è inserita. Un doppio sguardo a cui Fondazione Banca Popolare di Bergamo, insieme a Intesa Sanpaolo, tiene in modo particolare, rivolto contemporaneamente alla persona e alla comunità. Ciò che conta, ci insegna il Vescovo di Bergamo Mons. Francesco Beschi, è ‘Servire la Vita lì dove si nasce, si soffre e si ama”. Con tale contributo vogliamo incoraggiare preziose iniziative al servizio della Vita”.