Il dipinto “Papa Giovanni XXIII” di Yan Pei-Ming all’Ospedale di Bergamo per altri dieci anni. Rinnovato l’accordo con Intesa Sanpaolo e svelata la nuova targa realizzata dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo

È stato rinnovato oggi l’accordo tra ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Intesa Sanpaolo per l’esposizione in Hospital Street del ritratto “Papa Giovanni XXIII” dell’artista franco-cinese Yan Pei-Ming. All’incontro, svoltosi alla presenza di autorità e personale ospedaliero, presso l’Auditorium “Lucio Parenzan” dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, sono intervenuti Francesco Locati, Direttore Generale ASST Papa Giovanni XXIII, Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni storici Intesa Sanpaolo, Armando Santus presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo, don Mario Carminati, Vicario Episcopale agli Affari economici e Claudia Terzi, Assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche Regione Lombardia. A sigillo di questa importante proroga, testimonianza del consolidato legame tra sanità, gruppi bancari e cultura, è stata svelata la nuova targa realizzata dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo a corredo al dipinto, che è esposto in Hospital Street, nei pressi dell’ingresso principale, di fronte alla Torre 4.

«Desidero esprimere il nostro più sentito ringraziamento a Intesa Sanpaolo – ha sottolineato Francesco Locati, Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo – per aver deciso di prolungare la concessione in comodato gratuito all’Ospedale di Bergamo di questa opera d’arte monumentale, che riesce a mescolare tradizione cinese e influenze artistiche occidentali, unendo storia e contemporaneità. Ringrazio anche la Fondazione Banca Popolare di Bergamo per aver promosso il rinnovo dell’accordo. Un ringraziamento speciale anche a Stefano Barrese che ha scelto di venire a vedere di persona l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e incontrare i nostri operatori, le principali autorità cittadine, amici e sostenitori della nostra azienda. Questo gesto rappresenta una generosa collaborazione e un’importante testimonianza di vicinanza e sostegno del nostro ospedale. Il ritratto rappresenta i valori di umanità, speranza e solidarietà che guidano ogni nostra azione».

Ha dichiarato Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa Sanpaolo: “Essere qui oggi per noi è occasione per ribadire le nostre radici e la nostra vicinanza a questo territorio e alle sue eccellenze. Con l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e la Fondazione Banca Popolare di Bergamo condividiamo l’ orgoglio e la responsabilità di essere un’istituzione al servizio delle comunità locali e del Paese. La storica vocazione di Intesa Sanpaolo alle tematiche sociali e culturali e l’attenzione a questi valori si concretizza ogni giorno nel nostro modo di essere la banca di riferimento per famiglie e imprese creando un impatto positivo e inclusivo per lo sviluppo dei territori”.

Armando Santus, presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha detto: “Un’opera preziosa e coinvolgente, un segno di speranza, come il sentimento che trasmette il volto del Santo Papa Giovanni XIII in chi sosta ad ammirarla. Grazie a Banca Popolare di Bergamo prima e, oggi, ad Intesa Sanpaolo questo splendido dipinto resta nel posto migliore in cui potrebbe stare: l’Ospedale a cui è intitolato, un luogo di vita autentica, di cura e di attese. Sono riconoscente a Intesa Sanpaolo che si è resa disponibile, con attenzione e sensibilità, a garantire questa opportunità per tutta la comunità bergamasca, e non solo”.

Ha aggiunto don Mario Eugenio Carminati, Vicario Episcopale agli Affari economici della Diocesi di Bergamo: «Preziosa opera d’arte, preziosa immagine è quella che è stata ritratta, così come è preziosa la figura e l’opera del Papa Buono che sa ancora attrarre lo sguardo di chi non solo contempla la dimensione estetica, ma riesce ad intravedere “l’Oltre” al quale l’immagine rimanda. Non ci è difficile pensare che tanti non limitino lo sguardo al solo ritratto ma, attraverso questo, sappiano cogliere un timido tentativo di risposta ai grandi interrogati che soprattutto in un luogo come l’ospedale si sollevano. Lo sguardo buono di Papa Giovanni, ci dice che la bontà non solo è virtù da acquisire, ma stile di una vera umanità. Nell’ospedale la bontà si traduce e si rende visibile nel prendersi cura dell’uomo, segnato dalla fragilità della malattia e la cura ha le mille forme di chi professionalmente si preoccupa della medicina e delle conseguenti adatte terapie, come di chi visita e sostiene il malato con le proprie attenzioni. Non ultimo l’immagine stessa sarà capace di offrire quel po’ di sollievo anche a chi porta il peso, la fatica o la preoccupazione per la propria condizione di sofferenza. In un luogo cosi altamente qualificato per esprimere cura e bontà, ha pieno titolo di essere esposta l’immagine del Bergamasco Angelo Roncalli, Papa Giovanni, Papa Buono».

Claudia Terzi, Assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche Regione Lombardia, ha sottolineato: «L’incontro e l’accordo di oggi ci confermano quanto l’arte diventi cura. La cura per gli spazi si traduce nella cura per i pazienti, per le loro famiglie, per il personale sanitario che ogni giorno gravitano al Papa Giovanni. L’arte aiuta a vivere l’ospedale in modo diverso. A immergersi in un momento di bellezza, che può servire per avere uno sguardo altro verso la malattia e la degenza. L’arte si dimostra una medicina dell’anima, che distacca dal quotidiano e ci proietta verso una dimensione di pace interiore, contribuendo a rendere l’esperienza ospedaliera meno preoccupante e più rassicurante. A questo si aggiunge anche l’impegno di Regione Lombardia nel supportare le strutture ospedaliere e dotarle dei servizi adeguati a rispondere alle domande di cura e agevolare il personale sanitario per migliorarne le condizioni di lavoro».

Il 120esimo anniversario del Coro dell’Immacolata di Bergamo

In occasione dei 120 anni della sua fondazione, il Coro dell’Immacolata di Bergamo presenta “Cantate Domino”, tredici appuntamenti, uno per ogni CET – Comunità Ecclesiale Territoriale diocesana, con il patrocinio della Diocesi di Bergamo e il contributo della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, che opera insieme ad Intesa Sanpaolo. In programma tredici Elevazioni musicali, espressione coniata da monsignor Egidio Corbetta – che assunse la direzione del coro nel 1955 per cinquant’anni, portandolo ai livelli delle migliori cappelle musicali d’Italia – e dall’allora direttore dell’Oratorio, monsignor Angelo Paravisi.

Il primo appuntamento è per domenica 24 marzo, alle 17.00, presso la Basilica di Sant’Alessandro in Colonna. “Cantate Domino” si concluderà domenica 20 ottobre a Palazzago. Il calendario è disponibile sul sito coroimmacolata.it. I concerti sono diretti dal M° Ivan Zucchetti con l’accompagnamento organistico a cura del M° Fabio Nava. In un viaggio che lo porterà a visitare ognuna delle tredici CET diocesane, il Coro dell’Immacolata coinvolgerà simbolicamente tutta la Diocesi di Bergamo, che è sempre stata accompagnata dalle voci dei cantori. Storicamente, il Coro dell’Immacolata anima la solenne celebrazione delle Ordinazioni presbiterali e tiene il concerto natalizio presso il Seminario cittadino. Nei suoi lunghi anni ha visto essere educati al canto centinaia di bambini e ragazzi; molti uomini adulti gli hanno prestato le loro voci. Da tempi relativamente più recenti anche le donne sono entrate a far parte della grande famiglia del Coro. Molti sacerdoti bergamaschi sono stati formati alla musica da monsignor Corbetta e, dopo di lui, da don Ugo Patti, direttore del coro dal 2005 al 2021 e attuale direttore dell’Ufficio di Musica Sacra della Diocesi di Bergamo.

IL CALENDARIO

Bergamo (24 marzo ore 17, Basilica di Sant’Alessandro in Colonna); Osio Sopra (6 aprile ore 20,45, Chiesa di San Zenone Vescovo); Pagazzano (7 aprile ore 20,45, Chiesa dei Santi Nazario e Celso Martiri); Clusone (21 aprile ore 16, Basilica di S. Maria Assunta e S. Giovanni Battista); Suisio (27 aprile ore 20,45, Chiesa di Sant’Andrea Apostolo); Sarnico (12 maggio ore 17, Chiesa di San Martino Vescovo); Solto Collina (15 giugno ore 20,45, Chiesa di Santa Maria Assunta); Costa Valle Imagna (30 giugno ore 17, Chiesa della Visitazione di Maria Vergine); Piazzatorre (7 luglio ore 16,30, Chiesa di San Giacomo Maggiore Apostolo); Leffe (22 settembre ore 16, Chiesa di San Michele Arcangelo); Bagnatica (28 settembre ore 20,45, Chiesa di San Giovanni Battista); Verdello (12 ottobre ore 20,45, Chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli); Palazzago (20 ottobre ore 16,30, Chiesa di San Giovanni Battista).

Armando Santus, presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: «Il 120esimo anniversario della fondazione del Coro dell’Immacolata ha una valenza che va ben oltre i confini della liturgia e della musica sacra. Il Coro è un’istituzione culturale, che per più di un secolo ha accompagnato le bergamasche e i bergamaschi nelle celebrazioni solenni e non, trasmettendo valori fondativi per ogni comunità: l’inclusione, l’unità, l’armonia, la bellezza, la memoria. Perché il Coro esprime la gioia del cantare insieme, ad un’unica voce. Fondazione è lieta di partecipare ai festeggiamenti e augura lunga vita a questa storica istituzione bergamasca».

Ivan Zucchetti, direttore Coro dell’Immacolata: “Il 120esimo anniversario è sicuramente l’occasione per guardare con riconoscenza a chi ha reso il Coro dell’Immacolata un punto di riferimento della Musica Sacra liturgica nella nostra provincia; a noi oggi è affidato il compito di proseguire nel solco della tradizione affrontando le difficoltà che questo settore sta vivendo. Ecco allora che il tour che abbiamo ideato diventa un trampolino di lancio per il futuro, per far sì che questa bella storia possa rinnovarsi e continuare ancora per lunghi anni. Un doveroso ringraziamento alla Fondazione Banca Popolare di Bergamo per aver creduto in questo progetto e nel valore culturale, educativo ed aggregativo che una realtà amatoriale come la nostra riesce ancora oggi ad esprimere».

UN CORO NATO PER RIFONDARE LE ANTICHE SCHOLAE CANTORUM

Il Coro dell’Immacolata ha sede nell’omonimo Oratorio della parrocchia di Sant’Alessandro in Colonna, dove presta il servizio liturgico. È di Giuseppe Greppi, fondatore di quell’Oratorio nel 1903, l’idea di costituire una scuola di canto, in osservanza del motu proprio sulla musica liturgica “Inter pastoralis officii sollecitudines” di Papa Pio X del 22 novembre 1903, con il quale il Pontefice invitava a rifondare “almeno presso le chiese principali, le antiche Scholæ Cantorum”. Così, nell’aprile del 1904, nasce quello che oggi conosciamo come il Coro dell’Immacolata. Dal 2021 la direzione è affidata al M° Ivan Zucchetti. Il coro è accompagnato all’organo dal Mº Fabio Nava. Oltre alle composizioni dei maestri che si sono succeduti alla direzione del coro, particolare attenzione è dedicata al repertorio gregoriano, alla polifonia rinascimentale e ai grandi compositori dell’epoca ceciliana.

 

Giovani con disturbi dello spettro autistico grave: Fondazione Bpb sostiene il progetto ‘Una casa per TE’, a Grumello del Monte

Fondazione Banca Popolare di Bergamo sostiene il progetto ‘Una Casa per TE’, dell’Istituto delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo, dedicato all’accoglienza di persone con disabilità fisica e intellettiva – di cui molte con disturbi dello spettro autistico – presso la RSD (Residenza Sanitaria per Disabili) di Grumello del Monte, nella provincia di Bergamo. Destinatari di ‘Una Casa per TE’ sono attualmente 29 giovani (18-40 anni), tra cui persone con disturbi dello spettro autistico che manifestano problemi di carattere comportamentale accentuati e ragazzi/e con diversi disturbi dello sviluppo, tutti già residenti all’interno della struttura. Si tratta di persone con esigenze di tipo fisico, relazionale, motorio molto particolari, per cui è necessario identificare e progettare per loro ambienti ad hoc (spazi iper/ipo stimolanti e più o meno strutturati), capaci di rispondere alle loro esigenze esplorative in un contesto privo di pericoli e di rischi.

Grazie al contributo, pari a 25 mila euro, di Fondazione Banca Popolare di Bergamo, la struttura sarà dotata di una stanza “Snoezelen” e cioè multisensoriale. Si tratta di un importante strumento terapeutico per calmare gli stati di agitazione o spronare l’esplorazione attraverso la stimolazione controllata dei cinque sensi con effetti luminosi o la riproduzione di diversi colori, suoni, musiche e profumi.

L’ISTITUTO DELLE SUORE DELLE POVERELLE-ISTITUTO PALAZZOLO

L’Istituto delle Suore delle Poverelle-Istituto Palazzolo è presente a Grumello del Monte dagli anni ’20 del 1900. Sulle orme del fondatore San Luigi Palazzolo, che intendeva operare “dove altri non giunge” e di cercare di rispondere concretamente a bisogni non coperti, l’operato all’interno della Casa si è modificato nel tempo cercando di intervenire in maniera competente e adeguata a richieste sempre più diversificate e complesse. Negli ultimi dieci anni, in particolare, l’Istituto ha visto aumentare le richieste di accoglienza da parte di familiari di persone con disabilità: ad oggi c’è una lista di attesa di 80 persone, di cui molte con disturbi dello spettro autistico. È da qui che è nata l’idea di ‘Una Casa per TE’, che si pone l’obiettivo di rispondere adeguatamente a questo crescente bisogno riorganizzando l’intera struttura di Grumello del Monte, dotandola di spazi dedicati all’accoglienza e alla promozione del benessere di giovani – ragazze e ragazzi – con disturbi dello spettro autistico e disturbi generalizzati dello sviluppo. Un investimento importate per l’Istituto che continua ad essere supportato da Fondazione Banca Popolare di Bergamo, che recentemente ha promosso anche il progetto del laboratorio di sartoria dedicato alle donne vittime di violenza accolte nelle diverse case dell’Istituto Palazzolo, e pronte ad affrontare percorsi di autonomia di vita e professionale.

LE DICHIARAZIONI

Armando Santus, Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: «Quello che sosteniamo con questo contributo – in uno degli ambiti di intervento principali della Fondazione, quello socioassistenziale –, è un progetto particolarmente rilevante perché rivolto a persone bisognose di un supporto specifico, difficilmente disponibile altrove, a cui grazie alla riorganizzazione delle strutture dell’Istituto Palazzolo è possibile ora fornire un servizio innovativo e di alta qualità. Il finanziamento della Fondazione sostiene così l’alta professionalità degli operatori e la dedizione delle Suore Poverelle, che continuiamo ad affiancare nel rispondere ai bisogni delle persone più fragili».

Suor Annamaria Remondi, Responsabile della Casa: «Questa donazione aiuta la nostra casa di Grumello ad essere un luogo bello e rispondente ai bisogni speciali delle persone che accogliamo. Il nostro Fondatore San Luigi Palazzolo diceva “li tengo come figli”, riferendosi alle tante persone bisognose che aiutava. Grazie alla presenza concreta e generosa di Fondazione Banca Popolare di Bergamo possiamo far sì che queste parole diventino attuali e reali anche oggi».

Restituzione al pubblico del Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto, nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo, al termine del monumentale restauro

Al termine di un anno e mezzo di lavori le preziose tarsie del Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto, all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore, nel cuore medievale di Bergamo Alta, sono ammirabili in tutta la loro ritrovata bellezza, e nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 tornano ad essere interamente fruibili da parte del pubblico. Dopo la sezione del Coro dei Laici (1553-1555), inaugurata nell’aprile 2023, torna oggi all’originario splendore anche il Coro dei Religiosi, il più antico (1523-1533).

Termina così un lungo lavoro di restauro, voluto da Fondazione MIA (che gestisce la Basilica, di proprietà del Comune di Bergamo), curato da Luciano Gritti dell’omonima Bottega di restauro con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, e sostenuto da Fondazione Banca Popolare di Bergamo, partner esclusivo dell’intervento.

Chiude, contestualmente, anche ‘Cantiere Vivo’, l’innovativo progetto di valorizzazione dei restauri che ha permesso agli oltre 700mila visitatori di osservare in diretta tutte le fasi dei lavori, grazie a pannelli di plexiglass su cui sono stati riportati testi, immagini e QR-code per approfondire contenuti storici e artistici legati all’opera e al suo contesto.

NUOVI STUDI SULLE OMBRE DELLE TARSIE

Fin dalla prima fase di restauro – culminata con l’inaugurazione del Coro dei Laici – erano emerse alcune sorprese: il rinvenimento di un affresco di fine Trecento raffigurante una Madonna con Bambino e una tarsia decorata da Capoferri su bozzetto del pittore pavese Francesco Rosso che rimanda alla storia di Caino e Abele. Già allora era stato svelato il sistema dei “coperti”, di cui si ignorava l’esistenza, utilizzato nel Coro dei Religiosi per coprire in alcune occasioni, attraverso un meccanismo a scomparsa, le tarsie lignee raffiguranti storie bibliche con altre immagini, a motivi neoplatonici.
La seconda parte dei lavori ha riportato alla sua originaria bellezza anche il Coro dei Religiosi, il più antico tra quelli realizzati da Capoferri a partire dai disegni del Lotto nella Basilica. In questa fase proprio le enigmatiche opere a motivi neoplatonici presenti all’interno di questa sezione del Coro sono state oggetto di uno studio approfondito. In particolare, si è potuto notare come i vari coperti si distinguano tra loro dal punto di vista della struttura, del disegno e del modo in cui le ombre cadono sullo stesso. Da questa osservazione si è compreso che l’idea progettuale era quella di dare risalto ai disegni valorizzando l’illuminazione naturale della chiesa – che in questo punto giungeva all’altare attraverso le finestre poste alle spalle del presbiterio –, poiché la luce delle candele risultava molto flebile. Un’osservazione che mette in stretta relazione il Coro con il contesto circostante, e che valorizza ulteriormente quest’area della Basilica.
L’accurata analisi della distribuzione delle ombre effettuata nel corso della pulitura ha rivelato inoltre che il coperto più emblematico del Coro, ‘Creazione’ o ‘Magnum Chaos’, in origine doveva essere quasi certamente collocato in posizione dritta, con la scritta ordinata secondo le regole della lingua latina che prevede prima l’aggettivo (“Magnum”) e poi il sostantivo (“Chaos”), e dunque con i piedi in basso e le braccia nella posizione naturale. Durante un restauro, probabilmente quello di Pasquale Carrara (1855-1863), i coperti vennero smontati e successivamente ricollocati, ma posizionando il “Magnum Chaos” al contrario venne interrotta la serie di coperti che prevedono l’illuminazione dell’opera in una direzione ben precisa.

UNO SGUARDO D’INSIEME AL CORO

Con l’apertura al pubblico dell’intero Coro torna alla luce una storia artistica che risale a cinquecento anni orsono quasi senza mostrare più i segni del tempo, e lo sguardo d’insieme restituisce un’immagine articolata: le trentasei immagini enigmatiche ideate da Lorenzo Lotto e intarsiate da Giovan Francesco Capoferri mostrano un’inesauribile fantasia scenica, con una narrazione che si distanzia fortemente, per esempio, dai toni aulici e composti delle opere di Tiziano che venivano realizzate in quegli stessi anni. Un itinerario “iniziatico”, che attraverso figure simboliche sintetizza visivamente i temi attinti dagli eterogenei campi di ricerca del Rinascimento, in un sincretismo fra temi religiosi e archetipi pagani, concetti spirituali e temi profani, storie bibliche e metafore ermetiche, suggestioni della mitologia greco-romana e concetti della filosofia neoplatonica. Un’opera che racchiude in sé tutto lo scibile dell’umanesimo del primo Cinquecento. Queste raffigurazioni simboliche sono state pensate per non essere facilmente decodificate, così da creare un alone di mistero che dia adito a molteplici interpretazioni, anche in contraddizione l’una con l’altra. Con i suoi disegni, Lotto va oltre la relatività dell’interpretazione soggettiva, scardinando ogni certezza, superando qualsiasi spiegazione dialettica, poiché l’immagine innanzitutto deve evocare il senso di mistero legato all’ineffabilità della presenza divina.

Il restauro del Coro Ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto, che si era reso necessario e urgente per preservare il bene dal deperimento causato dello scorrere del tempo, ha seguito le tecniche più innovative: i lavori hanno previsto il monitoraggio micro-climatico dell’ambiente; la campagna di analisi per studiare le tecniche esecutive e le antiche vernici; la pulitura svolta con metodi tradizionali e sistemi laser di ultima generazione; il consolidamento e la disinfestazione dell’opera; la scansione 3D dell’intero Coro e il rilievo CAD di tutti gli elementi che lo compongono; la campagna fotografica di documentazione.

LE DICHIARAZIONI

Fabio Bombardieri, Presidente Fondazione MIA: «Siamo qui oggi con grande orgoglio e gratitudine per celebrare un momento importantissimo. Nel solco della responsabilità civica e sociale che accompagna la Fondazione sin dal 1265, la MIA ribadisce l’importanza di proteggere e preservare la nostra cultura, il nostro patrimonio, i nostri monumenti; in poche parole, la nostra storia. Con la chiusura del Cantiere Vivo e la restituzione al pubblico del Coro ligneo di Lorenzo Lotto e Giovan Francesco Capoferri in tutta la sua bellezza e magnificenza, la Fondazione MIA tiene fede alla parola data oltre un anno e mezzo fa: terminare i lavori in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Si tratta di un evento dalla portata artistica, storica e religiosa fondamentale. Il Coro è infatti l’opera più importante commissionata dalla Congregazione della Misericordia Maggiore di Bergamo a uno dei più grandi maestri del Rinascimento. Oggi, insieme, celebriamo non solo il passato ritrovato, ma anche un futuro che sarà illuminato dalla luce visionaria di questo gioiello della Basilica e dalla passione che ha reso possibile il suo restauro. Ammirando quest’opera, ritrovata in tutto il suo splendore, vediamo infatti non solo colori e forme, luci e ombre, ma la nostra identità collettiva, la nostra missione di custodi di uno straordinario patrimonio da curare e onorare, affinché esso continui a ispirare, educare e connettere le future generazioni».

Armando Santus, Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: «Con la restituzione al pubblico dell’intero Coro ligneo di Capoferri e Lotto termina un progetto entusiasmante, che ha dato nuova luce ad una delle opere d’arte più preziose del Nord Italia. Fondazione Banca Popolare di Bergamo, che continua la sua promozione sociale sul territorio con Intesa Sanpaolo, è orgogliosa di aver sostenuto questo straordinario intervento di restauro, che ha garantito la salvaguardia di un’opera d’arte così preziosa, che ha permesso la scoperta di nuove sue componenti e l’approfondimento delle conoscenze ad essa legate, e che soprattutto ha reso possibile la fruizione di questo tesoro da parte delle future generazioni. Tutela e insieme trasmissione del nostro patrimonio artistico sono, crediamo, il miglior modo di interpretare la salvaguardia e la protezione dei beni storici e culturali del territorio, tra le priorità della missione istituzionale della nostra Fondazione».

Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo: «L’anno della Capitale della Cultura non è solo un contenitore di eventi e di iniziative, lo abbiamo sempre detto. È anche un’occasione in cui abbiamo voluto e saputo valorizzare il patrimonio storico e artistico della nostra città, avviando o concludendo interventi di restauro e trasformazione molto significativi in tanti luoghi della cultura. La Fondazione MIA aggiunge un tassello importante a questo grande lavoro, restituendo alla città lo splendore dell’opera di Capoferri e Lotto, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, monumento di proprietà del Comune di Bergamo, da quasi seicento anni amministrato dalla Misericordia Maggiore, che si è dedicata all’abbellimento del sacro edificio e al suo arricchimento, ornandolo di preziose opere d’arte e valorizzandone il prestigio. Nel frattempo, si è concluso il cantiere pilota sulla facciata dell’abside della chiesa: il Comune è al lavoro con la Soprintendenza per individuare la lavorazione più adatta per restaurare anche le parti esterne della Basilica e nei prossimi anni saremo impegnati nella cura della pietra che dona alla chiesa l’aspetto che tutti conosciamo».

Luciano Gritti, Bottega di Restauro ‘Luciano Gritti’: «Per un restauratore lavorare su un bene così prezioso è un vero onore. Per un anno e mezzo ci siamo presi cura del Coro con interventi che hanno unito tecniche tradizionali e innovative, anche grazie all’utilizzo di una tecnologia all’avanguardia. Ci siamo trovati davanti ad un’opera composta da mille opere, straordinaria: oltre alle numerose tarsie anche i più piccoli dettagli hanno rivelato un’attenzione progettuale ed esecutiva di raro valore e bellezza. Tutto ciò è stato possibile grazie ad una squadra competente e appassionata, in cui i giovani sono stati protagonisti».

Stefano Marziali, Project Manager Smart Puzzle e allestimento ‘Cantiere Vivo’: «Dopo un anno e mezzo dal suo avvio, ‘Cantiere Vivo’ si è rivelato un esempio eccezionale di buona gestione di un Bene Culturale. Il progetto non solo ha preservato uno dei beni artistici più importanti della città, ma ha migliorato l’immagine di Bergamo in Europa e la percezione della città come luogo di cultura. Fondazione MIA vuole dare continuità all’esperienza di ‘Cantiere Vivo’ e per questo motivo ha già avviato diverse attività. In particolare, la realizzazione del documento cinematografico ‘Restauratio Humana’ sul recupero del Coro di Lotto e Capoferri da parte dello studio Coral Climb per raccogliere e divulgare le scoperte e le riflessioni maturate in questi mesi di lavoro anche al grande pubblico».

‘I Promessi Sposi’, cinquanta preziosi volumi in dono a sostegno dei progetti per i giovani di Fondazione Don Fausto Resmini

In occasione del 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni (22 maggio 1873), Fondazione Banca Popolare di Bergamo dona cinquanta preziosi volumi de ‘I Promessi Sposi’ di Alessandro Manzoni a Fondazione Teatro Donizetti con lo scopo di finanziare progetti di solidarietà dedicati, in particolare, ai più giovani.

L’iniziativa rientra nel progetto di Fondazione Banca Popolare di Bergamo che prevede la donazione alle istituzioni del territorio di alcune opere del proprio ricco patrimonio librario con l’obiettivo di divulgare la cultura e la storia della città e, insieme, di sostenere progetti benefici. Una piccola, ma preziosa biblioteca che non trascura né la storia nè l’arte locale nè la grande fotografia: tra i volumi che saranno donati figurano la seconda edizione della ‘Storia di Bergamo e dei Bergamaschi’ di Bortolo Belotti (edizione voluta dalla Banca Popolare di Bergamo nel 1989 in occasione del 120esimo anniversario dalla sua costituzione), ‘Disegni di viaggio’ di Luigi Angelini (prima edizione Poligrafiche Bolis 1982), l’intera collana dei Pittori Bergamaschi, inclusi i Pittori dell’Ottocento (la cui realizzazione ha impegnato la Banca Popolare di Bergamo e le poligrafiche Bolis per circa 20 anni nella seconda metà del Novecento sulla base delle collaborazioni di importanti studiosi d’arte), ‘Terra di Bergamo’ (edita nel 1969, in occasione del centenario di costituzione della Banca) oltre alla preziosa opera manzoniana de ‘I Promessi Sposi’ (pubblicata tra il 1840 e il 1842 in 106 dispense, successivamente rilegate in un unico volume a cura dell’autore), rieditata da Banca Popolare di Bergamo nel 1985 in occasione del bicentenario della nascita di Alessandro Manzoni.

Da oggi una copia del volume de ‘I Promessi Sposi’ è esposta nel Foyer del Teatro G. Donizetti di Bergamo, conservata in una teca che lo mostra al pubblico e funge da strumento di comunicazione per la promozione dell’iniziativa benefica. L’opera manzoniana potrà essere acquisita da chiunque desideri partecipare alla raccolta fondi con una donazione a partire da 100 euro. Le donazioni, che saranno raccolte dalla biglietteria del Teatro Donizetti e dal personale di sala durante gli spettacoli, contribuiranno a promuovere le attività e le iniziative della Fondazione Don Fausto Resmini – da sempre attenta ai più giovani – e, in particolare, a quelle volte al supporto e all’inserimento dei più fragili, anche stranieri, nella società e nel mondo del lavoro.

Armando Santus, presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: «Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha scelto di donare alle istituzioni del territorio alcune opere del suo ricco patrimonio librario con l’obiettivo di divulgare la cultura e la storia della città e, insieme, di sostenere progetti di solidarietà per i più giovani.  Una raccolta di pregevole valore letterario, come nel caso de ‘I Promessi Sposi’, che – in occasione del 150°anniversario della morte di Alessandro Manzoni che ricorre quest’anno – acquista un’ulteriore risonanza. Parte del patrimonio librario donato dalla Fondazione andrà ad arricchire le biblioteche della provincia di Bergamo nonché la nuova Biblioteca dei Comuni, realizzata dalla Provincia in Borgo Santa Caterina. Quest’oggi iniziamo con la donazione de ‘I Promessi Sposi’ alla Fondazione Teatro Donizetti, interlocutore di primo piano nel panorama culturale della città, che da subito ha colto e sposato lo spirito dell’iniziativa: promozione della cultura e solidarietà sociale».

Giorgio Berta, presidente Fondazione Teatro Donizetti: «Nella ricorrenza del 150° della morte di Alessandro Manzoni la Fondazione Teatro Donizetti vuole contribuire al ricordo di una delle figure più rilevanti del nostro paese accogliendo la donazione da parte della Fondazione Banca Popolare di Bergamo di preziosi volumi de ‘I Promessi Sposi’, che saranno messi a disposizione di tutti coloro che vorranno donare una somma il cui ricavato andrà alle iniziative realizzate dalla Fondazione Don Fausto Resmini per i giovani. È un’iniziativa a cui teniamo in modo particolare sia per l’importante ricorrenza sia perché nell’attività culturale della Fondazione Teatro Donizetti è sempre presente anche una forte sensibilità nei confronti dei più fragili».

Don Dario Acquaroli, direttore Fondazione Don Fausto Resmini: «L’iniziativa che ci coinvolge ci lascia pieni di riconoscenza e gratitudine. La Fondazione Don Fausto Resmini del Patronato San Vincenzo, all’interno della Comunità don Lorenzo Milani, ha la possibilità di accogliere e accompagnare ragazzi minorenni e neomaggiorenni in percorsi educativi volti al raggiungimento di alcuni obiettivi personali, percorsi che puntano all’autonomia non solo materiale ma anche critica del mondo in cui vivono. Le fragilità e le povertà che i ragazzi portano chiedono un impegno e una formazione sempre maggiori, oltre che un continuo accompagnamento degli educatori che sono chiamati ogni giorno a vivere questo lavoro così particolare. Grazie all’iniziativa della Fondazione Banca Popolare di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti avremo la possibilità di rendere sempre più rispondente ai bisogni di ciascuno dei ragazzi la nostra accoglienza. Proprio per questi motivi credo che l’iniziativa proposta non sia un semplice gesto di generosità, ma permetta anche a chi custodirà e leggerà quelle pagine di conoscere una storia di uomini e donne fragili, che si intreccia creando situazioni e avvenimenti sorprendenti e che incontra in modo sorprendente e sconosciuto – nonostante sembri prevalere la disperazione – quella che Manzoni definisce la Provvidenza. Ed è proprio la Provvidenza Divina che noi sperimentiamo ogni giorno in gesti concreti, come questo, e di cui ci facciamo semplice strumento per i ragazzi e i poveri, proprio come ci hanno insegnato don Bepo e don Fausto».

Torna a splendere il Coro dei Laici nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo

Fondazione MIA e Fondazione Banca Popolare di Bergamo presentano il restauro del Coro dei Laici, parte del cinquecentesco Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto posto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in Città Alta a Bergamo. Si tratta della prima parte del più ampio intervento di restauro, ancora in corso, che restituirà alla città di Bergamo l’intera sequenza di tarsie lignee raffiguranti immagini di storie bibliche e simboliche, la cui esecuzione si colloca tra il 1523 e il 1555. Il Coro dei Laici, impreziosito da ventinove tarsie che rappresentano scene dell’Antico Testamento, disegnate dal Lotto e realizzate dal maestro intarsiatore Capoferri tra il 1523 e il 1530, è quello più recente – realizzato tra il 1553 e il 1555 – e occupa l’area absidale della Basilica. Il nome di questa sezione del Coro fa riferimento alla posizione in cui sedevano durante le celebrazioni i congregati laici di quella che oggi è la Fondazione MIA. Oltre alla sezione dedicata ai laici, il Coro ligneo si compone di una seconda parte, il Coro dei Religiosi, il cui restauro sarà ultimato entro l’autunno 2023.

IL RESTAURO E LE SCOPERTE

Il Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto – come la Basilica di Santa Maria Maggiore che lo custodisce – è gestito da Fondazione MIA che ne ha commissionato un importante restauro, avviato ad aprile 2022, curato da Luciano Gritti dell’omonima Bottega di restauro con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia. Fondazione Banca Popolare di Bergamo è partner esclusivo dell’intervento. Il restauro, che si è reso necessario e urgente per preservare il bene dal deperimento causato dello scorrere del tempo, ha seguito le tecniche più innovative. I lavori hanno previsto il monitoraggio micro-climatico dell’ambiente; la campagna di analisi per studiare le tecniche esecutive e le antiche vernici; la pulitura svolta con metodi tradizionali e sistemi laser di ultima generazione; il consolidamento e la disinfestazione dell’opera; la scansione 3D dell’intero Coro e il rilievo CAD di tutti gli elementi che lo compongono; la campagna fotografica di documentazione. Grazie all’intervento di restauro, sono state scoperte opere inedite sia al pubblico che agli addetti ai lavori. La prima è un affresco di fine Trecento raffigurante una Madonna col Bambino, rimasta nascosta fino ad oggi dietro ad una tarsia del Coro. La seconda testimonianza è un’opera attribuita al pittore pavese del Cinquecento Francesco Rosso, intarsiata da Giovan Francesco Capoferri, raffigurante Caino e Abele. Fino ad oggi, gli studiosi erano convinti che la figura di Caino fosse stata persa per sempre. Si tratta di un ritrovamento straordinario, non solo perché questa tarsia, intatta e perfettamente conservata poiché inserita nella struttura portante del Coro, è visibile per la prima volta dal Cinquecento, ma anche perché alcune parti raffigurate si sono svelate come dipinte. La terza grande scoperta attiene all’antico sistema di “coperti” delle tarsie. Dalla metà del 1800 le tarsie sono state nascoste alla vista del pubblico da coperchi di legno e, prima del restauro, solo alcune erano osservabili durante le visite guidate. Smontando la parte presbiteriale del Coro, la più antica (il Coro dei Religiosi), si è scoperto che le tarsie con simbologie neoplatoniche lì disposte, erano in origine pensate come coperchi, “coperti” per l’appunto, delle tarsie a tema testamentario, ora posizionate nella metà absidale (il Coro dei Laici). Fino ad oggi gli studiosi non erano riusciti a spiegare la funzione dei “coperti”, non sapendo se qualificarli come ante o semplici coperchi da mettere e togliere per salvaguardare le opere. L’intervento di restauro ha rivelato un sistema unico e mai visto in un oggetto di questo tipo: le sedute del coro presbiteriale erano state predisposte per ospitare un originale sistema a scomparsa, ovvero la tarsia simbolica sarebbe sparita dietro l’alzata della seduta con un sistema a ghigliottina, lasciando scoperta la tarsia biblica.

CON IL ‘CANTIERE VIVO’ UN RESTAURO SEMPRE APERTO

Quello allestito all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore è un ‘Cantiere Vivo’ che, delimitato da pannelli di plexiglass su cui sono riportati testi, immagini e QR code che permettono l’approfondimento di contenuti storici e artistici legati all’opera e al suo contesto, mantiene l’area dei lavori sempre accessibile ai visitatori, che possono quindi sia ammirare il Coro cinquecentesco e le sue preziose tarsie in legno, sia osservare da vicino le tecniche di restauro e il lavoro dei professionisti in tempo reale. L’allestimento di tutta l’area di cantiere è stato ideato e realizzato da Smart Puzzle, un team di professionisti specializzato nella valorizzazione di beni culturali, con la direzione scientifica di Stefano Marziali. Il ‘Cantiere Vivo’ è protagonista dell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura: l’intera area rimarrà accessibile, negli orari di apertura della Basilica, fino al termine dei lavori (autunno 2023). Iniziativa di restauro e, insieme, di divulgazione culturale, ‘Cantiere Vivo’ è animato dall’intento di generare un impatto profondo sul territorio, con particolare attenzione ai più giovani. Il Cantiere ha infatti coinvolto anche numerosi studenti delle scuole del territorio di Bergamo e di Brescia – grazie alla collaborazione con Officina dello Storico, l’associazione che si occupa dell’organizzazione delle attività di valorizzazione del patrimonio storico-artistico della Fondazione MIA – con un’adesione di oltre 1.200 studenti di scuole di ogni ordine e grado. Ad oggi, oltre 500 mila persone hanno visitato il cantiere di restauro del Coro ligneo di Capoferri e Lotto.

PUBBLICATE LE LETTERE DI LORENZO LOTTO ALLA FONDAZIONE MIA. QUATTRO INCONTRI PER CONOSCERE L’ARTISTA.

In occasione del restauro del Coro ligneo di Capoferri e Lotto, Fondazione MIA pubblica il volume “Lorenzo Lotto. Lettere. Corrispondenze per il coro intarsiato” (Officina Libraria, 2023) a cura di Corrado Benigni e Mauro Zanchi, con contributi di Antonella Anedda, Franco Cardini, Marco Carobbio, Enrico Maria Dal Pozzolo, Telmo Pievani.
L’opera riproduce integralmente le trentanove lettere inviate tra il 1524 e il 1532 da Lorenzo Lotto ai reggenti della Misericordia Maggiore di Bergamo. I documenti epistolari vertono sulla realizzazione dei cartoni per il progetto del coro di Santa Maria Maggiore di Bergamo: circa settanta disegni poi tradotti a intarsio con una quindicina di essenze lignee da Giovan Giovanni Francesco Capoferri e dalla sua bottega. Le lettere testimoniano sia le istruzioni epistolari che intercorrevano tra artista e committenti, sia il progressivo deteriorarsi dei loro rapporti, ma sono anche un documento imprescindibile per comprendere l’animo inquieto e geniale del maestro rinascimentale. Corredano il volume la riproduzione di tutte le tarsie bibliche del coro, oggetto del restauro, associate ai propri “coperti” come nelle intenzioni di Lotto.
L’anteprima di presentazione del volume è in programma per giovedì 13 aprile, alle ore 18.30, presso l’Accademia Carrara di Bergamo con l’intervento di Enrico Maria Dal Pozzolo, storico dell’arte esperto in pittura veneta dell’età rinascimentale e barocca (evento su prenotazione fino a esaurimento posti, telefonando allo 035211355 oppure scrivendo a info@fondazionemia.it). L’incontro è il primo della rassegna “Lotto. L’immaginazione e la luce”, un ciclo di quattro eventi, voluto da Fondazione MIA in occasione del restauro per approfondire la figura dell’artista veneziano, considerato uno dei più controversi e misteriosi del Rinascimento. Gli altri appuntamenti della rassegna sono: Lorenzo Lotto e la nascita della psicologia moderna con Flavio Caroli (20 aprile); Lorenzo Lotto e il suo tempo con Franco Cardini (27 aprile); Lotto, Copernico e la lanterna del mondo con Telmo Pievani (4 maggio). Tutti gli eventi si tengono in Basilica di Santa Maria Maggiore alle ore 20.45; introduzione musicale sul tema della luce a cura della Cappella di Santa Maria Maggiore con il coro diretto dal Maestro Cristian Gentilini. Ingresso libero. Il ‘Cantiere Vivo’ del Coro ligneo di Giovanni Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto è visitabile negli orari di accesso alla Basilica di Santa Maria Maggiore, che sono i seguenti: dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18. Il sabato dalle 10.30 alle 18; domenica e festivi dalle 9 alle 10.30 e dalle 13.30 alle 18. Ingresso: 5€ per i non residenti a Bergamo e provincia; 2€ biglietto ridotto per giovani (14-25 anni) e over 70. Gratuito per residenti, bambini fino a 13 anni inclusi, disabili e accompagnatore, scuole fino al ciclo secondario, sacerdoti, suore, giornalisti, militari e forze dell’ordine. Il biglietto di ingresso comprende un’audioguida che si attiva direttamente dal proprio smartphone, disponibile in cinque lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo).

LE DICHIARAZIONI

Fabio Bombardieri, presidente Fondazione MIA: «È grande la soddisfazione della Fondazione MIA nel vedere realizzato, nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, e a 500 anni dall’inizio dei lavori di costruzione, l’importantissimo restauro del Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto, i cui risultati sono ampiamente superiori alle aspettative. I visitatori della Basilica potranno ora apprezzare, in tutto il loro splendore, le tarsie del Coro dei Laici e, dal prossimo autunno, anche quelle del Coro dei Religiosi che, ancora poco conosciute, rappresentano una straordinaria sorpresa. È un altro degli importanti recuperi, dopo quello del Monastero e della valle d’Astino, messo in atto in questi anni da Fondazione MIA nel solco della responsabilità civica e sociale acquisita nella sua pluricentenaria storia e nell’attività di gestione e cura della Basilica di Santa Maria Maggiore. Un grande ringraziamento, oltre al maestro Luciano Gritti e a tutti quelli che hanno contribuito al recupero dell’opera, a Fondazione Banca Popolare di Bergamo, per l’importante supporto. Infine, desidero rivolgere al pubblico l’invito a visitare gli ultimi mesi del ‘Cantiere Vivo’ del restauro del Coro dei Religiosi: vedere dal vivo il lavoro dei professionisti è un’occasione suggestiva, unica e irripetibile. Da non perdere».

Armando Santus, presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: «Fondazione Banca Popolare di Bergamo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, sostiene l’intervento di restauro del Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto in piena coerenza con la missione istituzionale tesa alla salvaguardia e protezione di pregevoli beni storici e culturali del territorio. Il Coro è sintesi perfetta e luminosa della storia dell’arte e della fede della comunità bergamasca: è collocato in Città Alta, cuore di Bergamo, nella Basilica di Santa Maria Maggiore che, insieme al Duomo, i bergamaschi considerano la loro casa. Inoltre, questo restauro è avvenuto con modalità innovative e partecipate che permettono di coinvolgere non solo i numerosi turisti in visita in città, ma anche i bergamaschi, i più giovani e gli studenti, in particolare, che rappresentano il futuro nostro e della nostra Bergamo».

Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo: «Questo intervento è un tassello importante nel grande progetto in corso in questi mesi in occasione dell’anno di Bergamo Brescia, Capitale Italiana della Cultura 2023. Ho detto tempo fa che ci stavamo preparando come se fossimo stati invitati a una grande festa e credo che quel che sta avvenendo in città e, in particolare, in Città Alta sia la dimostrazione che Bergamo ha deciso di presentarsi con il suo vestito migliore. Penso al centro Piacentiniano, ma anche a piazza Cittadella, ai lavori in corso in Casa Suardi e al museo archeologico, al complesso monumentale di Sant’Agostino e molto altro ancora. E anche questo gioiello aveva bisogno da tempo di un restauro. Il Comune ne è particolarmente felice, anche perché di questa basilica il Comune, forse non tutti lo sanno, è proprietario da secoli, da quando nel Quattrocento la Chiesa domandò un aiuto per conservarla e il Comune intervenì, affidandone la gestione alla Misericordia Maggiore che da allora, qui, è padrona di casa. Un grande ringraziamento, da parte mia, a tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato, a Fabio Bombardieri, a Giuseppe Epinati, ai componenti del direttivo della Fondazione MIA, e a Fondazione Banca Popolare di Bergamo per il suo importante supporto. Il Comune di Bergamo sta lavorando con la Soprintendenza per dare corso il prossimo anno a un altro importante intervento sulla basilica, ovvero il restauro delle pareti esterne dell’abside: proprio in questi ultimi mesi sono stati eseguiti cantieri pilota per decidere il miglior modo di intervenire su questo grande patrimonio della nostra città, in preparazione al cantiere del primo lotto che pensiamo di realizzare nell’arco del 2024».

Luca Rinaldi e Angelo Loda, Direttore generale e Responsabile settore storico-artistico Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia: «Quando il Ministero della Cultura scelse Bergamo e Brescia insieme come Capitale della Cultura per l’anno 2023 lo fece con il preciso intento, non solo di ricordare le sofferenze patite insieme da queste due province durante il biennio pandemico, ma anche di sottolineare quanto fosse unitario e condiviso il patrimonio storico e culturale che dai tempi della Dominante Serenissima collega le due realtà. E ciò sottendeva anche che nel 2023 si promuovessero eventi culturali atti a valorizzare un patrimonio culturale quanto mai ricco e variegato; eventi che fossero non solo di carattere espositivo, ma che riguardassero anche il restauro di beni mobili ed immobili per una corretta tutela e valorizzazione. E grandi restauri si stanno susseguendo in entrambe le province a partire da quello degli immensi teleri di Tiepolo per la Basilica di Verolanuova, proposto al pubblico a partire dal mese di febbraio con due piattaforme per una visione ravvicinata delle tele. L’odierna presentazione del restauro del coro ligneo di Giovanni Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto è tessera quanto mai significativa di questo variegato mosaico, non solo per l’indiscutibile valore del manufatto in sé all’interno della cornice di una delle chiese bergamasche più ricche di tesori d’arte e di fede, ma anche per le innovative metodologie condotte da Luciano Gritti e dalla sua équipe di lavoro, tali da restituire se non “all’antico splendore” come si è soliti dire, ma ad una leggibilità assai migliore le tarsie che nel corso dei secoli erano state più volte “aggiustate” in maniera spesso impropria”.

Corrado Benigni, presidente Commissione Cultura Fondazione MIA e curatore del volume “Lorenzo Lotto. Lettere”: “Sono molti i motivi per leggere questo epistolario. Innanzitutto, perché contiene una precisa relazione dei progressi del lavoro per la realizzazione dei disegni del Coro ligneo, ma anche perché questa corrispondenza si integra perfettamente con il processo creativo. Le immagini nel Coro lasciano trapelare anche enigmi non facilmente risolvibili. Va anche detto che Lotto teneva molto alle immagini che aveva ideato per questo progetto, tanto che non cessò mai di rinnovare le sue richieste di restituzione dei cartoni, temendo che qualcuno se ne appropriasse indebitamente. Aggiungo che, tra le righe della corrispondenza con i reggenti della Misericordia Maggiore, possiamo cogliere come Lotto muova il suo pensiero e il suo disappunto attraverso la scrittura, nelle sottigliezze delle espressioni verbali del suo tempo, nelle inflessioni dialettali. Le Lettere sono dunque un documento straordinario per comprendere la complessa personalità del maestro veneziano».

Nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione della Fondazione Banca Popolare di Bergamo

Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Banca Popolare di Bergamo, riunitosi quest’oggi presso la sede di piazza Vittorio Veneto 8 a Bergamo, ha provveduto al rinnovo dei vertici. Il nuovo Consiglio di Amministrazione risulta così composto: Armando Santus (presidente), Rossella Leidi (vicepresidente, nuova nomina), Gianluigi Venturini (nuova nomina), Stefano Berlanda (nuova nomina), Marco Ghitti (nuova nomina), Raffaella Giavazzi e Laura Viganò. Armando Santus è stato confermato Presidente della Fondazione Banca Popolare di Bergamo. Il Collegio dei Revisori, composto da Giorgio Berta (presidente), Raffaele Moschen e Marco Rescigno, è stato confermato. Il Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei Revisori restano in carica per il triennio 2023- 2025.

Si congedano dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo con la piena riconoscenza di tutti i presenti Ercole Galizzi, Carlo Mazzoleni, Maurizio Vicentini per il prezioso contributo nell’orientamento e nella promozione dei progetti di solidarietà, a beneficio della comunità e del territorio bergamasco. Subentrano Gianluigi Venturini (classe 1964, direttore regionale Lombardia Intesa Sanpaolo), Stefano Berlanda (classe 1958, dottore commercialista) e Marco Ghitti (classe 1982, docente universitario). Conclude il suo mandato anche Alfredo Gusmini, vicepresidente uscente, che passa il testimone a Rossella Leidi (classe 1964, già vicedirettore generale UBI Banca e consigliera Intesa Vita), nuova vicepresidente della Fondazione Banca Popolare di Bergamo.

«Sono onorato di essere stato confermato in questo incarico, che continuerò a ricoprire con spirito di servizio e nell’interesse della comunità. Innanzitutto, vorrei esprimere sincera riconoscenza ad Alfredo Gusmini, che mi ha accompagnato sin qui come vicepresidente della Fondazione, ruolo che ha svolto con straordinaria dedizione e rara passione civile, accompagnandone l’evoluzione dal 2017 ad oggi. Un grazie, personale e a nome di tutto il Consiglio, anche a Carlo Mazzoleni, Ercole Galizzi e Maurizio Vicentini figure di riferimento per la Fondazione in questi anni. L’impegno di Fondazione Banca Popolare di Bergamo continua, traendo forza dalle radici e spinta vitale dal futuro da costruire, al fianco di Intesa Sanpaolo, che ne ha riconosciuto sin da subito il valore per la comunità, e che oggi ne conferma il pieno riconoscimento. La nostra missione non cambia così come i nostri valori: prossimità, efficienza, responsabilità. Questo continuerà ad essere il nostro modo di fare solidarietà, profondamente radicati sul territorio». Armando Santus, Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo

I 150 anni del CAI di Bergamo

Il CAI – Club Alpino Italiano – di Bergamo compie 150 anni. Con le sue 18 sottosezioni in tutta la provincia e i suoi 10 mila tesserati è il più grande d’Italia, impegnato ad accompagnare e far conoscere l’ambiente montano ma anche a tutelare le Terre Alte, e a promuovere sostenibilità e solidarietà. Fondazione Banca Popolare di Bergamo è tra i partner che sostengono le iniziative del 150esimo anniversario, avviate ufficialmente nella serata di venerdì 3 gennaio 2023 al Teatro Sociale di Bergamo, in Città Alta.

IL CONCERTO DEL CORO DELLA S.A.T

Protagonista della serata il Coro della S.A.T. – Società degli alpinisti tridentini di Trento. La formazione ha proposto un repertorio di musica popolare di montagna spaziando attraverso l’intero arco alpino: da “El Caregheta” a “Su la più alta cima”, “Serafin” e “Fila fila” fino a veri e propri cult della tradizione come “La Montanara” e “Il Testamento del Capitano”, dedicata agli Alpini bergamaschi. Il Coro della S.A.T. è stato diretto nella prima parte dell’esibizione da Gianluca Zanolli, mentre nella seconda da Mauro Pedrotti. «Il CAI di Bergamo ha 150 anni ma non li dimostra, grazie a tante socie e soci. Non è questione di numeri, ma dell’impegno e della convinzione con cui seguiamo la linea tracciata dai padri fondatori», ha dichiarato il Presidente di sezione Paolo Valoti. Accanto a lui il presidente generale del CAI, Antonio Montani. Approfondisci l’attività del CAI di Bergamo e le iniziative per i 150 anni dalla sua fondazione sulle pagine Facebook, Instagram e Youtube della sezione. Tra i progetti più recenti, anche l’apertura del sentiero che dal lago di Lecco porta al lago di Garda, contributo del CAI a Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

FONDAZIONE BPB È PARTNER DELLE INIZIATIVE PER I 150 ANNI DEL CAI DI BERGAMO

Fondazione Banca Popolare di Bergamo è tra i partner che sostengono le iniziative legate ai 150 anni del CAI di Bergamo. Tra gli obiettivi statutari di Fondazione Bpb (scopri  tutti gli ambiti di intervento della Fondazione qui) c’è infatti la tutela e la valorizzazione dell’ambiente naturale bergamasco, un impegno a favore del territorio che passa dalla promozione della montagna e dal sostegno alle persone che vivono nelle Terre Alte: si tratta di luoghi di grande bellezza – che coprono una superficie importante della provincia -, in cui spesso abitare è difficile ma dove intenso è l’impegno per la sostenibilità. Alla solidarietà è legato anche il progetto del CAI di Bergamo di realizzare sull’altopiano della Bolivia «La casa della montagna», un centro di formazione aperto alla popolazione locale per lo sviluppo di professionalità legate al turismo di montagna, sul modello del Palamonti (a Bergamo, in via Pizzo della Presolana).

Fondazione BPB sostiene un progetto di ricerca di Comunità della Salute e FROM

Un contributo per studiare l’impatto della salute di prossimità, quella più vicina al territorio. Fondazione Banca Popolare di Bergamo sostiene il progetto di ricerca che vede coinvolti Comunità della Salute – il coordinamento di soggetti della media pianura bergamasca protagonisti di un innovativo impegno nei servizi sanitari di prossimità – e FROM, la Fondazione per la Ricerca dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Il finanziamento di Fondazione BPB, pari a 10 mila euro, andrà a sostenere i servizi di Comunità della Salute, tra i quali un progetto di ricerca sugli indicatori degli accessi al Pronto Soccorso e ai servizi di urgenza dei pazienti provenienti dai comuni di Ciserano, Verdellino, Osio Sopra e Levate, confrontandoli con quelli dei comuni circostanti. Un modo per valutare l’efficacia dei servizi di prossimità territoriale nell’alleggerire la pressione sulle grandi strutture ospedaliere della provincia – uno degli obiettivi dell’iniziativa nata nel 2020 – attraverso il rigore scientifico della ricerca portata avanti quotidianamente da FROM – direttore scientifico prof. Tiziano Barbui –, grazie alle sue qualificate competenze di biostatistica, analisi e raccolta dati.

COMUNITÀ DELLA SALUTE

Il progetto Comunità della Salute si pone l’obiettivo di migliorare l’efficacia e la rapidità della assistenza alle persone residenti dei comuni bergamaschi di Ciserano, Verdellino, Osio Sopra e Levate. L’iniziativa coinvolge 20 partner, uniti in un coordinamento e sottoscrittori di un Protocollo d’Intesa: Sguazzi Onlus (capofila del progetto), i Comuni di Ciserano, Levate, Osio Sopra e Verdellino, AFP Patronato San Vincenzo, Cooperativa Sociale Il Pugno Aperto, Croce Bianca Milano – Sezione di Ciserano, EMERGENCY, Centro di Servizio per il Volontariato di Bergamo, Fondazione Soleterre, ARCI – Bergamo, Maite, Solidarietà Orizzonti Sereni Onlus, La Fonte, In Strada, Gruppo Culturale Osio 2000 e gli Istituti Comprensivi di Ciserano-Boltiere, Osio Sopra-Levate e Verdellino. Nato nel maggio 2020 in risposta alla pandemia di Covid-19, l’orizzonte di azione del progetto si è presto ampliato e guarda ora ben oltre l’emergenza sanitaria. Negli ultimi due anni diverse sono state infatti le iniziative intraprese, dai vaccini a domicilio alla formazione sulla prevenzione del contagio in occasione dei centri ricreativi estivi e della riapertura delle scuole al sostegno psicologico gratuito per le persone soggette a disagio, dalla realizzazione di uno Sportello di Prossimità – per prendersi carico e monitorare le richieste delle persone con fragilità – all’attivazione di un Team Digitale a supporto dei cittadini in difficoltà nell’uso dei dispositivi digitali e nell’accesso ai servizi informatici legati alla salute. Fino all’introduzione della figura dell’Infermiera di Comunità e di Cliniche Mobili multidisciplinari, per raccogliere i bisogni della gente e portare la cura vicino alle persone. “Il perdurare della pandemia ha determinato una grave degenerazione delle condizioni sanitarie, sociali, economiche e psicologiche delle persone – commenta Andrea Ciocca, coordinatore di Comunità della Salute – L’evoluzione dei bisogni ha spinto a ideare azioni che andassero nella direzione di una migliore presa in carico del benessere dei cittadini. Per questo, in un momento in cui si sta producendo una riforma indirizzata a migliorare e riorganizzare il settore della sanità territoriale, l’attività di Comunità della Salute intende affermarsi come integrazione a quella delle future Case della Comunità. Ora vogliamo fare un passo in più, supportato da un metodo rigoroso: vogliamo valutare l’impatto della nostra strategia non solo basandoci sul numero e la qualità degli interventi attuati, ma anche misurando la variazione delle chiamate al 112/118 e degli accessi al Pronto Soccorso, confrontandoli con gli altri paesi dell’ambito di Dalmine che non sono interessati dal nostro intervento di salute primaria. Ringraziamo Fondazione Banca Popolare di Bergamo per aver accolto favorevolmente la nostra richiesta di finanziamento, garantendo così il supporto economico che è sempre fondamentale perché iniziative come queste siano possibili e risultino efficaci».

LA RICERCA IN COLLABORAZIONE CON FROM

Il focus rimane concentrato sulla prossimità e sull’integrazione dei servizi socio-sanitari come chiave per migliorare la vita delle persone, e nello stesso tempo per prevenire gli accessi ospedalieri inutili intercettando i bisogni di salute non esclusivamente sanitari. È per testare l’efficacia su questo obiettivo specifico che è stata avviata la collaborazione con FROM – Fondazione per la Ricerca dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, attraverso la misurazione degli indicatori di validità delle prestazioni e le loro ricadute sulla organizzazione sanitaria locale.

 «Il merito di Comunità della Salute è senza dubbio quello di aver saputo costruire un’organizzazione efficiente – e capace di valorizzare le preziose energie del volontariato  attraverso un lavoro di squadra svolto insieme ai sindaci dei comuni in cui è attivo il progetto e in raccordo con ATS e Regione Lombardia, solo per citare gli attori principali – dichiara Francesco Biroli, responsabile dell’area neuroscienze di FROM e fino al 2013 alla guida della neurochirurgia, del dipartimento di neuroscienze dell’Ospedale di Bergamo – Ora Comunità della Salute avvia con FROM un progetto scientifico di raccolta dati con l’obiettivo di misurare i risultati delle proprie azioni: un approccio metodologico rigoroso e scientifico che dimostra, ancora una volta, la qualità del progetto della Comunità della Salute, e che farà emergere indicazioni utili sulla base delle quali orientare o riorientare l’azione di ‘salute della prossimità’ che il coordinamento propone per il territorio. Si tratta di un progetto di ricerca ispirato alle raccomandazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che molto insiste sulla raccolta dei dati per rilevare l’efficacia delle azioni in sanità, e che avrà riscontro nel medio periodo. Ci vorranno almeno un paio di anni, infatti, per poter avere le prime evidenze scientifiche basate sui dati che oggi si iniziano a raccogliere».

«Quello al fianco di Comunità della Salute è un impegno che continua – dichiara Armando Santus, Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo -, visto che in piena emergenza avevamo già finanziato l’iniziativa “Mai più senza ossigeno”, che ha supportato i medici del territorio mettendo loro a disposizione concentratori di ossigeno per la gestione a domicilio degli ammalati di Covid-19. Negli anni la mission di Fondazione BPB si è evoluta e il nostro impegno si è rivolto anche a sostegno della ricerca scientifica di particolare rilevanza sociale: quella che andiamo a sostenere oggi è un’iniziativa che si inserisce pienamente in questo orizzonte, consentendo a due realtà di eccellenza del territorio bergamasco di unire i propri sforzi a vantaggio dell’intera comunità».