Fondazione BPB sostiene un progetto di ricerca di Comunità della Salute e FROM

Un contributo per studiare l’impatto della salute di prossimità, quella più vicina al territorio. Fondazione Banca Popolare di Bergamo sostiene il progetto di ricerca che vede coinvolti Comunità della Salute – il coordinamento di soggetti della media pianura bergamasca protagonisti di un innovativo impegno nei servizi sanitari di prossimità – e FROM, la Fondazione per la Ricerca dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Il finanziamento di Fondazione BPB, pari a 10 mila euro, andrà a sostenere i servizi di Comunità della Salute, tra i quali un progetto di ricerca sugli indicatori degli accessi al Pronto Soccorso e ai servizi di urgenza dei pazienti provenienti dai comuni di Ciserano, Verdellino, Osio Sopra e Levate, confrontandoli con quelli dei comuni circostanti. Un modo per valutare l’efficacia dei servizi di prossimità territoriale nell’alleggerire la pressione sulle grandi strutture ospedaliere della provincia – uno degli obiettivi dell’iniziativa nata nel 2020 – attraverso il rigore scientifico della ricerca portata avanti quotidianamente da FROM – direttore scientifico prof. Tiziano Barbui –, grazie alle sue qualificate competenze di biostatistica, analisi e raccolta dati.

COMUNITÀ DELLA SALUTE

Il progetto Comunità della Salute si pone l’obiettivo di migliorare l’efficacia e la rapidità della assistenza alle persone residenti dei comuni bergamaschi di Ciserano, Verdellino, Osio Sopra e Levate. L’iniziativa coinvolge 20 partner, uniti in un coordinamento e sottoscrittori di un Protocollo d’Intesa: Sguazzi Onlus (capofila del progetto), i Comuni di Ciserano, Levate, Osio Sopra e Verdellino, AFP Patronato San Vincenzo, Cooperativa Sociale Il Pugno Aperto, Croce Bianca Milano – Sezione di Ciserano, EMERGENCY, Centro di Servizio per il Volontariato di Bergamo, Fondazione Soleterre, ARCI – Bergamo, Maite, Solidarietà Orizzonti Sereni Onlus, La Fonte, In Strada, Gruppo Culturale Osio 2000 e gli Istituti Comprensivi di Ciserano-Boltiere, Osio Sopra-Levate e Verdellino. Nato nel maggio 2020 in risposta alla pandemia di Covid-19, l’orizzonte di azione del progetto si è presto ampliato e guarda ora ben oltre l’emergenza sanitaria. Negli ultimi due anni diverse sono state infatti le iniziative intraprese, dai vaccini a domicilio alla formazione sulla prevenzione del contagio in occasione dei centri ricreativi estivi e della riapertura delle scuole al sostegno psicologico gratuito per le persone soggette a disagio, dalla realizzazione di uno Sportello di Prossimità – per prendersi carico e monitorare le richieste delle persone con fragilità – all’attivazione di un Team Digitale a supporto dei cittadini in difficoltà nell’uso dei dispositivi digitali e nell’accesso ai servizi informatici legati alla salute. Fino all’introduzione della figura dell’Infermiera di Comunità e di Cliniche Mobili multidisciplinari, per raccogliere i bisogni della gente e portare la cura vicino alle persone. “Il perdurare della pandemia ha determinato una grave degenerazione delle condizioni sanitarie, sociali, economiche e psicologiche delle persone – commenta Andrea Ciocca, coordinatore di Comunità della Salute – L’evoluzione dei bisogni ha spinto a ideare azioni che andassero nella direzione di una migliore presa in carico del benessere dei cittadini. Per questo, in un momento in cui si sta producendo una riforma indirizzata a migliorare e riorganizzare il settore della sanità territoriale, l’attività di Comunità della Salute intende affermarsi come integrazione a quella delle future Case della Comunità. Ora vogliamo fare un passo in più, supportato da un metodo rigoroso: vogliamo valutare l’impatto della nostra strategia non solo basandoci sul numero e la qualità degli interventi attuati, ma anche misurando la variazione delle chiamate al 112/118 e degli accessi al Pronto Soccorso, confrontandoli con gli altri paesi dell’ambito di Dalmine che non sono interessati dal nostro intervento di salute primaria. Ringraziamo Fondazione Banca Popolare di Bergamo per aver accolto favorevolmente la nostra richiesta di finanziamento, garantendo così il supporto economico che è sempre fondamentale perché iniziative come queste siano possibili e risultino efficaci».

LA RICERCA IN COLLABORAZIONE CON FROM

Il focus rimane concentrato sulla prossimità e sull’integrazione dei servizi socio-sanitari come chiave per migliorare la vita delle persone, e nello stesso tempo per prevenire gli accessi ospedalieri inutili intercettando i bisogni di salute non esclusivamente sanitari. È per testare l’efficacia su questo obiettivo specifico che è stata avviata la collaborazione con FROM – Fondazione per la Ricerca dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, attraverso la misurazione degli indicatori di validità delle prestazioni e le loro ricadute sulla organizzazione sanitaria locale.

 «Il merito di Comunità della Salute è senza dubbio quello di aver saputo costruire un’organizzazione efficiente – e capace di valorizzare le preziose energie del volontariato  attraverso un lavoro di squadra svolto insieme ai sindaci dei comuni in cui è attivo il progetto e in raccordo con ATS e Regione Lombardia, solo per citare gli attori principali – dichiara Francesco Biroli, responsabile dell’area neuroscienze di FROM e fino al 2013 alla guida della neurochirurgia, del dipartimento di neuroscienze dell’Ospedale di Bergamo – Ora Comunità della Salute avvia con FROM un progetto scientifico di raccolta dati con l’obiettivo di misurare i risultati delle proprie azioni: un approccio metodologico rigoroso e scientifico che dimostra, ancora una volta, la qualità del progetto della Comunità della Salute, e che farà emergere indicazioni utili sulla base delle quali orientare o riorientare l’azione di ‘salute della prossimità’ che il coordinamento propone per il territorio. Si tratta di un progetto di ricerca ispirato alle raccomandazioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che molto insiste sulla raccolta dei dati per rilevare l’efficacia delle azioni in sanità, e che avrà riscontro nel medio periodo. Ci vorranno almeno un paio di anni, infatti, per poter avere le prime evidenze scientifiche basate sui dati che oggi si iniziano a raccogliere».

«Quello al fianco di Comunità della Salute è un impegno che continua – dichiara Armando Santus, Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo -, visto che in piena emergenza avevamo già finanziato l’iniziativa “Mai più senza ossigeno”, che ha supportato i medici del territorio mettendo loro a disposizione concentratori di ossigeno per la gestione a domicilio degli ammalati di Covid-19. Negli anni la mission di Fondazione BPB si è evoluta e il nostro impegno si è rivolto anche a sostegno della ricerca scientifica di particolare rilevanza sociale: quella che andiamo a sostenere oggi è un’iniziativa che si inserisce pienamente in questo orizzonte, consentendo a due realtà di eccellenza del territorio bergamasco di unire i propri sforzi a vantaggio dell’intera comunità».

Doppio intervento di Fondazione Banca Popolare di Bergamo per donne vittime di violenza e a tutela della vita

Fondazione Banca Popolare di Bergamo finanzia un duplice intervento per le donne di città e provincia vittime di violenza e a tutela della vita.

Il primo finanziamento, di 20 mila euro, è indirizzato all’Istituto delle Suore Poverelle – Istituto Palazzolo di Bergamo, come contributo finalizzato alla creazione di un laboratorio di sartoria che coinvolge alcune donne vittime di violenza accolte nelle diverse case dell’Istituto Palazzolo, e pronte ad affrontare percorsi di autonomia professionale: il laboratorio – supervisionato dalle figure che già le accompagnano, e affidato alle mani di una sarta professionista – si propone di attivare concretamente nelle donne ospiti scoperta, riscoperta, potenziamento e sviluppo delle proprie risorse, capacità e attitudini – tra cui, appunto, la cura e il gusto per gli abiti attraverso l’apprendimento delle basi del cucito e del ricamo utili a realizzare diversi tipi di prodotti di sartoria –, e di supportare lo sviluppo di competenze professionali da spendere sul mercato. La valorizzazione delle competenze delle donne, inserita in percorsi di autonomia e di accesso al lavoro, garantisce così migliori risultati nei percorsi di uscita dalla violenza e di reinserimento sociale.

Altri 20 mila euro sono stati poi destinati a tre sedi del Centro di Aiuto alla Vita – Bergamo, Alzano Lombardo e Seriate –, per l’attività di assistenza a donne in attesa in condizioni di grave difficoltà.

Sara Modora, coordinatrice di Casa Sofia – Comunità Istituto delle Suore Poverelle – Istituto Palazzolo di Bergamo: “Una violenza toglie l’ossigeno alla vita, fa sentire una donna inadeguata, inutile. Uscire dalla violenza significa per le nostre ospiti tornare a credere in sé stesse: il lavoro è un tassello fondamentale di questo percorso perché dà loro una prospettiva di futuro, mostra che hanno potenzialità da spendere, che possono essere autonome e uscire da una situazione di dipendenza da un uomo violento. È l’idea che sta alla base del nostro laboratorio di sartoria, organizzato per la prima volta ma che raccoglie una tradizione preziosa delle Suore Poverelle di Bergamo. Sta avendo già molto successo, abbiamo ricevuto anche le prime, piccole commesse. Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha dato una grossa mano a questo progetto, non solo a sostegno delle spese legate alla sistemazione dello spazio, agli strumenti di lavoro e ai materiali, ma soprattutto perché è grazie a questo contributo che abbiamo potuto avere a disposizione la figura di una sarta esperta in grado di trasferire alle nostre ospiti una professionalità e delle competenze spendibili nel mercato del lavoro, insomma di insegnare loro un mestiere”.

Armando Santus, presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo: “Finanziamo due progetti legati tra loro dal filo comune della solidarietà e della difesa del valore della vita, iniziative di vero e proprio servizio alla vita quando questa attraversa momenti particolarmente delicati. Quelle che andiamo a sostenere – in uno degli ambiti di intervento principali della Fondazione, quello socioassistenziale –, sono realtà che aiutano le donne a ripartire – dopo aver subito episodi di violenza – o a recuperare la fiducia nei propri mezzi – nel caso di donne in gravidanza che si trovano in situazioni di difficoltà economica. In entrambi i casi, tuttavia, sostenere situazioni di fragilità non aiuta solo la donna che ne è temporaneamente coinvolta, ma contribuisce anche a rafforzare la rete familiare che la circonda e più in generale il tessuto sociale in cui è inserita. Un doppio sguardo a cui Fondazione Banca Popolare di Bergamo, insieme a Intesa Sanpaolo, tiene in modo particolare, rivolto contemporaneamente alla persona e alla comunità. Ciò che conta, ci insegna il Vescovo di Bergamo Mons. Francesco Beschi, è ‘Servire la Vita lì dove si nasce, si soffre e si ama”. Con tale contributo vogliamo incoraggiare preziose iniziative al servizio della Vita”.

Fondazione BPB sostiene il restauro del Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto nella Basilica di Santa Maria Maggiore

Fondazione MIA e Fondazione Banca Popolare di Bergamo presentano ‘Cantiere Vivo’, il progetto di restauro del Coro ligneo di Giovan Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto situato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, edificata nel XII sec. nel cuore medioevale di Bergamo Alta.

Questo intervento, che si concluderà nel 2023, in tempo per celebrare al meglio l’importante appuntamento di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, è concepito come un cantiere aperto, multimediale e interattivo per avvicinare i giovani, e non solo, all’arte e alla storia di Bergamo.

Il Coro ligneo, annoverato a pieno titolo tra le opere più rilevanti del patrimonio storico-artistico lombardo, impreziosisce la Basilica di Santa Maria Maggiore, che la tradizione vuole edificata dai bergamaschi nel 1135 per ottemperare a un voto fatto alla Madonna nel 1133. La Basilica di Santa Maria Maggiore custodisce, tra i suoi tesori, anche il monumento funebre al compositore Gaetano Donizetti.

In occasione dell’importante restauro, a cura della Fondazione MIA saranno pubblicate le Lettere che Lorenzo Lotto inviò agli allora reggenti della Misericordia Maggiore in un’edizione speciale. Il volume sarà arricchito dal contributo di sette brevi saggi di altrettanti importanti studiosi italiani nel campo dell’arte, della storia e della letteratura.

L’INTERVENTO: TECNOLOGIA A SERVIZIO DEL RESTAURO

Il Coro ligneo è gestito, come l’intera Basilica di Santa Maria Maggiore che lo custodisce, dalla Fondazione MIA. L’opera è composta da una sequenza di tarsie lignee raffiguranti immagini di storie bibliche e simboliche, realizzata tra il 1523 e il 1555. Il restauro, che si è reso necessario e urgente per preservare il bene dal deperimento causato dello scorrere del tempo, segue le tecniche più innovative. I lavori prevedono il monitoraggio micro-climatico dell’ambiente; la campagna di analisi per studiare le tecniche esecutive e le antiche vernici; la pulitura svolta con metodi tradizionali e sistemi laser di ultima generazione; il consolidamento e la disinfestazione dell’opera.

L’intervento di restauro, eseguito da Bottega Luciano Gritti con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, vede come partner esclusivo Fondazione Banca Popolare di Bergamo che per l’importante intervento ha stanziato un contributo di 200 mila euro su un investimento complessivo di 315 mila euro sostenuto da Fondazione MIA.

IL ‘CANTIERE VIVO’: UN RESTAURO IN TRASPARENZA

Il restauro del Coro ligneo è stato intitolato ‘Cantiere Vivo’ perché mantiene l’area dei lavori aperta ai visitatori che possono accedervi e seguire il lavoro dei professionisti all’opera. L’allestimento di tutta l’area di cantiere è stato ideato e realizzato da Smart Puzzle, un gruppo di professionisti guidato da Stefano Marziali specializzato nella valorizzazione di Beni Culturali e docente alla Scuola di restauro dell’Accademia di Verona. Grazie a questo intervento, un’area solitamente preclusa al pubblico si trasforma in uno spazio aperto, raccontato con l’allestimento di pannelli di plexiglass su cui sono riportati diversi contenuti: testi, immagini e QRcode che permettono sia la visione dei lavori che l’approfondimento di contenuti storici e artistici, legati all’opera e al suo contesto. Sfruttando la superficie delle barriere perimetrali del cantiere, il progetto prevede la creazione di una sorta di ‘diaframma’ trasparente tra l’area del cantiere e il pubblico, capace di mostrare cosa succede all’interno e comprendere ancora meglio la genesi storico-artistica del Coro.

IL CANTIERE VIVE ANCHE GRAZIE AI GIOVANI: UN PROGETTO INCLUSIVO PER DIPLOMANDI E NEOLAUREATI

‘Cantiere Vivo’ sarà visitabile e liberamente accessibile ai visitatori della Basilica per fornire ulteriori dettagli nella scoperta di una delle opere più emblematiche dell’arte lombarda.

Questa innovativa iniziativa di restauro e, insieme, di divulgazione è animata dall’intento profondo di generare un impatto sul territorio, con particolare attenzione ai più giovani. Sono proprio i giovani a fare da trampolino di lancio al ‘Cantiere Vivo’ che si fa evento culturale, trasformandosi anche in opportunità di lavoro. Nelle numerose attività di cantiere è previsto il coinvolgimento di diplomandi e neolaureati; saranno infatti proposti tirocini formativi a studenti degli enti di formazione del territorio, fornendo così un’occasione di sviluppo e avvio alla professione.

L’attività del restauro diventa un’azione culturale al servizio della comunità, della sua partecipazione e della sua consapevolezza. Il restauro genera cultura, come spiega Fabio Bombardieri, Presidente Fondazione MIA: “Il restauro del Coro ligneo è un evento storico in quanto l’ultimo significativo intervento è avvenuto oltre un secolo fa (1902). Il Coro di Francesco Capoferri e Lorenzo Lotto rappresenta un’opera artistica fondamentale sia sotto il profilo artistico sia sotto quello religioso. Conosciuta in tutto il mondo, è l’opera più importante commissionata dalla Misericordia Maggiore a uno dei più importanti maestri del Rinascimento. La MIA è sempre stata vicina alla gente e questa sua particolare attenzione emerge anche in questo grandioso progetto che, nella tradizione della Biblia Pauperum, cerca di tradurre in immagini gli episodi raccontati nel Vecchio Testamento. L’intervento fa parte del più ampio programma che la Fondazione MIA sta realizzando per il recupero e la conservazione del prezioso patrimonio artistico sia della Basilica che del Monastero di Astino, con l’obiettivo di restituirli alla città in tutta la loro bellezza e magnificenza in occasione di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.”

Armando Santus, Presidente Fondazione Banca Popolare di Bergamo onlus: “Quando, alcuni mesi fa, la Fondazione MIA ci ha chiesto di partecipare al progetto del restauro del coro della Basilica di Santa Maria Maggiore, la parola che più ci ha conquistati è stata ‘trasparenza’. Solitamente tutta l’attività di restauro di un bene del patrimonio artistico è protetta, in primis alla vista, e non condivisa con la cittadinanza. Forse perché si pensa che non sia sufficientemente avvincente o comprensibile dai più. Il progetto della Fondazione MIA ribalta la prospettiva. Per noi significa restituire il giusto spazio all’opera dei professionisti del settore, riconoscimento che, oggi più che mai, apprezziamo e condividiamo. Con la partecipazione a questo cantiere ‘vivo’, Fondazione, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, rinnova il suo impegno per la cultura e per la valorizzazione del patrimonio artistico e storico, e traguarda l’appuntamento di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura; lo fa nel segno della responsabilità verso la memoria del nostro territorio, la sua conservazione e la sua comunicazione alla cittadinanza, perché ciascuno di noi sia consapevole non solo di essere parte di una narrazione collettiva, ma di essere il custode della sua bellezza.”.

Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo: “Penso che l’intervento di Fondazione MIA, sostenuto da Fondazione Banca Popolare di Bergamo, sia davvero un tassello in più del grande fermento di questi mesi nella nostra città in vista di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023. Quest’anno avvieremo un cantiere-pilota per capire come intervenire sull’abside della Basilica di Santa Maria Maggiore, per poi proseguire, nel 2024, con un intervento importante da un milione di euro per il primo lotto delle facciate. Ancora quest’anno invece interverremo sulla scala che separa la Basilica di Santa Maria maggiore dall’Ateneo. Quindi come Comune, con Fondazione MIA e Fondazione Banca Popolare di Bergamo, ci mettiamo d’impegno per cercare di conservare il grande patrimonio di questa città e di questa Basilica, che ha una storia così particolare, essendo di proprietà del Comune che, secoli fa, la diede in gestione alla Fondazione MIA”.

Stefano Marziali, Project Manager Smart Puzzle e allestimento ‘Cantiere Vivo’: “Cantiere Vivo è un’occasione unica per raccontare la storia affascinante del Coro della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo e la professionalità dell’intervento di restauro condotto dalla Bottega Luciano Gritti. Per Smart Puzzle, poter accompagnare i visitatori nel riscoprire il Coro ligneo attraverso un allestimento trasparente e interattivo è un’occasione importante di confronto con uno dei beni più preziosi dell’intera città di Bergamo”.

Corrado Benigni, Presidente Commissione Cultura Fondazione MIA e curatore del volume Lettere di Lorenzo Lotto: “Le lettere che Lorenzo Lotto inviò agli allora reggenti della Misericordia Maggiore rappresentano un documento straordinario per comprendere la sofferta genealogia dei disegni preparatori del Coro ligneo, a cui l’artista dedicò molti anni di lavoro, oggetto di continui ripensamenti e varianti. Queste lettere – la cui ultima pubblicazione, oggi introvabile, è del 1968, curata da Luigi Chiodi – sono anche una preziosa testimonianza dell’animo tormentato di Lotto, non a caso definito un artista-psicologo. La scrittura è una componente fondamentale nell’opera e nella vita del maestro veneziano. Questo spiega perché la sua personalità sia eccezionalmente ben documentata per un pittore italiano del Cinquecento”.

Campagna “2021 al lavoro”, il sostegno di Fondazione BPB per le Borse Lavoro ACLI

Borse Lavoro e percorsi che uniscono sostegno al reddito e formazione: sono stati presentati nei giorni scorsi i risultati di “2021 al lavoro!”, la campagna delle Acli di Bergamo avviata nel dicembre 2020, in piena pandemia, e rivolta ai soggetti ai margini del mercato del lavoro.

«Quando ci siamo seduti a progettare questa iniziativa ci siamo chiesti: perché promuovere una campagna sul lavoro a Bergamo dove il tasso di disoccupazione è inferiore a quello nazionale? – dichiara Daniele Rocchetti, presidente delle Acli di Bergamo -. Servono organizzazioni capaci non solo di stare ma di decifrare il territorio. Servono antenne e serve profondità. I maxi poli logistici che prolificano nella Bassa bergamasca ci raccontano, con brutalità, come sta cambiando il lavoro: un cambiamento profondo che va guardato e studiato in modo approfondito. Il cattolicesimo sociale – l’alveo dal quale siamo nati – ha sempre saldato insieme pensiero e azione, riflessione e progetto. Soprattutto sul tema del lavoro. Perché se è vero, come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione, che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, oggi più che mai è legittimo dire che è il “lavoro che fonda l’Italia”. Senza un’occupazione non c’è reddito. Ma svapora anche la dignità della persona. E si lacera il tessuto sociale. E di questo ci siamo voluti prendere carico».

La campagna ha permesso di raccogliere ad oggi più di 80 mila euro. Da fonti diverse: dai circoli Acli, da accordi con i Comuni, da diverse fondazioni, tra cui la Fondazione Banca Popolare di Bergamo.

«Abbiamo aderito all’iniziativa di Acli– afferma Armando Santus, presidente della Fondazione Banca Popolare di Bergamo – che ha già portato all’attivazione di Borse a sostegno di persone ai margini del mercato del lavoro, perché ne abbiamo colto il valore e soprattutto l’urgenza. Anche nella nostra provincia, infatti, crescono le disuguaglianze tra i lavoratori: non solo dal punto di vista economico, ma soprattutto a causa del fatto che moltissimi, dopo aver perso la propria occupazione, non possiedono gli strumenti e le competenze utili a favorire un reinserimento. Per questo è particolarmente importante l’approccio delle Borse Lavoro, che unisce sostegno al reddito e formazione attraverso percorsi individualizzati e monitorati. In particolare, ci preoccupa il fenomeno dei cosiddetti NEET – i giovani che non studiano, non sono impegnati in percorsi di formazione e neppure lavorano –, pericolosamente crescente anche nella nostra provincia. Fondazione Banca Popolare di Bergamo ha sempre rivolto un’attenzione particolare alle persone e all’intera comunità: crediamo che a chi si trova, di fatto, a forte rischio emarginazione, giovani in particolare, vada offerta un’opportunità di riscatto. Allo stesso tempo, supportare questa fase particolarmente delicata della vita, e cioè quella della ricerca di un’occupazione, contribuisce ad evitare l’insorgere di più ampie forme di vulnerabilità e, dunque, a rendere più forte il tessuto sociale del nostro territorio».

Si tratta di una azione territoriale ancora in corso.

«La nostra gratitudine nei confronti della Fondazione è profonda – afferma Roberto Cesa, coordinatore di Acli Rete Lavoro -. Il loro importante sostegno economico ci ha permesso di dare il la a questo progetto, che ora è già un servizio che mettiamo a disposizione delle decine di disoccupati che si presentano agli sportelli Acli Rete Lavoro. Nella fattispecie destiniamo le borse lavoro all’utenza più fragile che intercettiamo, tagliata fuori dal mercato a causa di barriere linguistiche, familiari o per via di curricula troppo ‘leggeri’. Abbiamo destinato le risorse stanziate dalla Fondazione prevalentemente sullo sportello lavoro di Bergamo, riuscendo così ad attivare otto borse lavoro: sei concluse (cinque con successo, mentre una persona è ancora in cerca di occupazione) e due ancora in corso (una attualmente in tirocinio, l’altra impegnata in un corso professionalizzante per diventare OSS)».

Centri estivi 2022, da Fondazione Bpb 10 mila euro ai Cre bergamaschi per la promozione dello sport insieme al CSI

Fondazione Banca Popolare di Bergamo supporta i Cre-Grest, i Centri Estivi dedicati ai più giovani, organizzati dagli Oratori del territorio bergamasco per l’estate 2022: l’attenzione è dedicata in particolare alle iniziative che uniranno animazione e sport grazie alla collaborazione tra Ufficio per la Pastorale dell’Età Evolutiva (UPEE) della Diocesi di Bergamo e Centro Sportivo Italiano (CSI) – Comitato di Bergamo.

Anche quest’anno saranno oltre 200 i Centri Estivi organizzati dagli Oratori bergamaschi, con il coinvolgimento di circa 80 mila bambine e bambini e di 20 mila adolescenti maggiorenni. «Quella dei Cre-Grest è una grande storia di intenzionalità educativa – commenta don Emanuele Poletti, Direttore dell’UPEE – Ufficio per la Pastorale dell’Età Evolutiva della Diocesi di Bergamo –, che nel corso del tempo si è distinta per l’originalità dei contenuti e la mentalità progettuale: accoglienza e aggregazione, balli, giochi, attività a tema, preghiera, sperimentazione di nuove abilità manuali ed escursioni nella natura sono il cuore della proposta del tempo estivo pensata per le nostre comunità».

Se i dettagli – compreso il tema-guida che caratterizza ogni edizione – verranno svelati solo a primavera inoltrata, è delle ultime settimane la decisione di approfondire la proposta sportiva dei Cre, che sarà rivolta a tutti gli Oratori grazie alla collaborazione tra CSI e Diocesi. «Dal punto di vista delle restrizioni anti Covid-19 ci aspettiamo un’estate non molto diversa da quella precedente, commenta don Emanuele Poletti. È impossibile al momento prendere in considerazione le giornate che organizzavamo in passato, in cui insieme al CSI riunivamo migliaia di giovani in diversi punti della provincia per fare sport insieme. Per questo abbiamo ideato una proposta nuova e originale: saranno gli operatori del CSI, su richiesta delle Comunità, a raggiungere in modo capillare gli Oratori e ad organizzare insieme agli animatori alcuni pomeriggi dei Cre, durante i quali coinvolgere piccoli gruppi di ragazzi in laboratori sportivi del tutto particolari, attivando la loro creatività in esperienze ludiche».

Oltre all’acquisto dei materiali di base, il contributo di Fondazione Banca Popolare di Bergamo – una donazione di 10 mila euro – andrà a sostenere gli aspetti logistici e organizzativi di questa innovativa proposta che, proprio perché prevede gruppi di operatori che si muovono per tutta la provincia, diventa molto più capillare e quindi comporta costi più elevati.

«Si tratta di una proposta che abbiamo cominciato a sperimentare nell’estate 2021, ma che abbiamo deciso di rafforzare – spiega Gaetano Paternò, Presidente del CSI – Comitato di Bergamo – Moltissimi ragazzi, a causa della pandemia, da due anni non solo non fanno sport ma non hanno il mimino approccio all’esperienza motoria. La mancanza pressoché totale di movimento è un problema che abbiamo ben presente, per questo organizzeremo innanzitutto dei veri e propri momenti di “alfabetizzazione motoria” per stimolare alcuni movimenti di base, la capacità di coordinazione etc. E poi organizzeremo – e insegneremo agli animatori a proporre a loro volta – tanti giochi: non i giochi di squadra più noti, come il calcio ad esempio, perché quelli i ragazzi li conoscono già, quanto giochi più collaborativi e meno competitivi. Giochi dunque basati sulla cooperazione, per cui ci siamo lasciati ispirare anche dalle esperienze di altri paesi europei, in particolare del Nord: momenti pensati non per competere con un avversario ma per capire che collaborando si possono raggiungere degli obiettivi insieme, senza lasciare indietro nessuno, e per tornare a fidarsi gli uni degli altri, un altro aspetto messo in difficoltà dalla pandemia».

Oltre che un’occasione di incontro ed una proposta educativa preziose per più generazioni, i Cre rappresentano anche un servizio importante per le famiglie impegnate nel lavoro durante l’estate. «Seguendo il tema indicato dal nostro Vescovo Francesco Beschi per l’anno pastorale in corso e cioè “Servire le vita dove la vita accade – la Famiglia” – conclude don Emanuele Poletti –, crediamo che anche rafforzare questo tipo di attività, organizzandole in piccoli gruppi sul territorio, sia un modo per servire le famiglie là dove queste vivono, dove si svolge la vita quotidiana».

«Nel corso dei lunghi mesi della pandemia i più piccoli si sono spesso ritrovati a dover rimanere chiusi nelle loro case nel tempo libero, commenta Armando Santus, Presidente della Fondazione Banca Popolare di Bergamo. L’iniziativa proposta quest’anno da Diocesi di Bergamo e CSI – Comitato di Bergamo, attraverso la creazione di spazi e tempi per stare insieme facendo sport, genera un doppio impatto positivo: sul piano sociale punta a ricostruire legami e su quello della tutela della salute contribuisce alla diffusione della cultura del benessere fisico e della prevenzione fin dall’età scolare. Fondazione Banca Popolare di Bergamo, continuando un lungo percorso di collaborazione, e in piena coerenza con le linee guide per la filantropia di Intesa Sanpaolo, sostiene con fiducia i Centri estivi degli Oratori della provincia, consapevole del valore che questo investimento ha per le giovani generazioni, le loro famiglie e l’intera comunità bergamasca».